Bangkok apre alla cooperazione energetica con Roma. La seconda economia del Sud-Est asiatico punta a liberarsi dalla dipendenza dalle fonti fossili e aumentare le rinnovabili: qual è lo scenario che si apre alle imprese italiane?
La Thailandia ha fame di energia. Ma non può continuare sulla strada dei combustibili fossili. Negli ultimi trent’anni Bangkok è stato uno dei principali motori dello sviluppo asiatico, trasformando il blocco ASEAN in una delle regioni più promettenti per l’economia di domani. Oggi la seconda economia del Sud-est asiatico ha bisogno di sostenere la propria crescita su basi solide, che dovranno partire da politiche energetiche lungimiranti e coerenti con gli obiettivi di riduzione dei gas serra previsti dall’Accordo di Parigi.
Una nazione in crescita
Con un PIL pro capite in crescita (21,05$) e una popolazione di circa 66 milioni di abitanti, la Thailandia si è velocemente trasformata in un’economia a reddito medio-alto nel corso degli anni Novanta. Oggi il modello di crescita trainato dalle esportazioni è minacciato da un calo degli investimenti privati (16,9% del PIL nel 2019 contro il 40% del 1997) e dall’emergenza climatica che mette a rischio gli ecosistemi thailandesi. La dipendenza dalle fonti fossili rappresenta un ulteriore problema che il paese deve affrontare per mettere in sicurezza il settore energetico e creare delle opportunità sul territorio.
Oggi il mix energetico thailandese è composto principalmente da petrolio (40%), gas naturale (31,2%) e carbone (12,5%). Nel corso del 2021 le importazioni di queste risorse hanno toccato il 75% del totale impiegato, mentre la crisi Ucraina sta esacerbando i prezzi sui combustibili. Le rinnovabili sono pressoché limitate alle centrali idroelettriche, ma crescono i programmi governativi per alzare la percentuale di fonti pulite. Il Piano di sviluppo per l’energia alternativa del 2018 promette di raggiungere una copertura del 30% del mix energetico entro il 2030 attraverso la costruzione di nuove centrali. Al centro della transizione energetica ci saranno soprattutto eolico e fotovoltaico, senza escludere il potenziale delle biomasse e delle centrali idroelettriche su piccola scala. Tra le strategie elencate, il ministero dell’Energia thailandese prevede di aumentare l’accesso alle materie prime necessarie per l’implementazione di una smart grid da fonti verdi e lo sviluppo di tecnologie e know-how essenziali alla costruzione di impianti efficienti, puliti e sicuri.
Le opportunità per l’Italia
La Thailandia prevede di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2065. Bangkok è consapevole delle sfide imposte dalla transizione energetica, e sta aprendo alle collaborazioni con attori esterni per riuscire a sviluppare un settore energetico resiliente. La Thailandia partecipa a programmi ASEAN come la Southeast Asian Energy Transition Partnership (ETP) e l’ASEAN Centre for Energy (ACE). Il paese è ora aperto a nuove opportunità di investimento e cooperazione nel quadro della partnership strategica con l’Unione Europea che dedica ampio spazio al tema dello sviluppo sostenibile e delle tecnologie verdi.
In questo contesto c’è spazio anche per le realtà italiane interessate a sviluppare nuovi progetti con i partner thailandesi. Come hanno evidenziato gli interventi dell’ultimo Dialogo di alto livello Italia-ASEAN organizzato da The European House-Ambrosetti, il settore energetico rappresenta un terreno fertile per far nascere nuove collaborazioni e contribuire alla transizione energetica della Thailandia. Negli ultimi anni il dialogo bilaterale tra Roma e Bangkok si è intensificato attraverso un’agenda condivisa di reciproca cooperazione economica e condivisione di opportunità nel quadro delle sfide climatiche e dello sviluppo sostenibile. Entrambe le parti ambiscono, come ha sottolineato l’Ambasciatore Lorenzo Galanti, alla ripresa dei negoziati per facilitare il trasferimento tecnologico e lo scambio di conoscenze e competenze nel settore energetico.
Lo scorso 10 giugno si è inoltre tenuto il secondo incontro del partenariato di sviluppo Italia-ASEAN con lo scopo di definire le aree di cooperazione pratica dal 2022 al 2026. Tra queste è emerso il tema delle energie pulite, con Roma che promette di sostenere lo sviluppo energetico dei paesi ASEAN fornendo know-how e tecnologie sicure a basso impatto ambientale.
Oggi lo scambio commerciale tra Italia e Thailandia è tornato a crescere dopo la pausa della pandemia. Le esportazioni italiane nel primo semestre del 2020 sono cresciute del 18%, mentre le importazioni dalla Thailandia hanno raggiunto il +26% rispetto all’anno precedente. I nuovi piani per lo sviluppo della cooperazione tecnologica offrono, quindi, un’ulteriore prospettiva di crescita nei rapporti tra i due Paesi.