Sud-Est, un modello per gestire le tensioni

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La rapida crescita della regione e l’economia in espansione suggeriscono che la regione può diventare un modello per la gestione della competizione tra grandi potenze

“Il Sud-Est asiatico è tutt’altro che un monolite: i suoi Paesi hanno politiche estere e obiettivi diversi, alcuni dei quali in contrasto tra loro. Ma la rapida crescita della regione e l’economia in espansione suggeriscono che i suoi Paesi diventeranno più potenti nel tempo e, con essi, probabilmente più capaci di evitare interferenze esterne. Il Sud-Est asiatico può essere stato definito in passato da un conflitto tra grandi potenze, ma oggi può diventare un modello per la gestione della competizione tra grandi potenze”. Sentenzia così un’analisi di Huong Le Thu, pubblicata sull’ultimo numero di Foreign Affairs. Il Sud-Est asiatico si è impegnato a fondo per mantenere ed espandere una stabilità diplomatica e di sicurezza. Oltre all’architettura di sicurezza multilaterale guidata dall’ASEAN, la regione ha stabilito molti accordi plurilaterali e bilaterali con Stati terzi. Si tratta di gruppi ad hoc, come il pattugliamento congiunto del fiume Mekong da parte di Cina, Laos, Myanmar e Thailandia. Secondo Foreign Affairs, con l’aumentare delle tensioni geopolitiche, il numero già elevato di queste partnership è destinato ad aumentare. Questi accordi, complessi e spesso sovrapposti, sono fondamentali per gli sforzi del Sud-Est asiatico di impegnarsi con tutti, senza però assumere impegni esclusivi con nessuno. Gli Stati del Sud-Est asiatico stanno anche diventando più attivi in gruppi che includono partecipanti al di fuori del loro vicinato. L’anno scorso, ad esempio, la Cambogia ha ospitato il Vertice dell’Asia orientale di alto profilo, la Thailandia ha tenuto il forum della Cooperazione economica Asia-Pacifico e l’Indonesia ha presieduto il G20. Singolarmente, sottolinea Huong, alcuni governi del Sud-Est asiatico hanno imparato che la competizione tra Stati Uniti e Cina presenta dei vantaggi. Lo scontro tra Pechino e Washington può spaventare i politici della regione, ma ha portato entrambi i governi a cercare di conquistare i cuori e le menti dei Paesi non allineati. Questo ha aiutato i Paesi del Sud-Est asiatico, sede di popolazioni giovani e di manodopera a basso costo, a trarre ogni tipo di beneficio economico. Il Vietnam, sostiene Foreign Affairs, ha tratto enormi vantaggi dal distacco degli Stati Uniti dalla Cina, in quanto le aziende americane hanno trasferito la produzione nelle fabbriche vietnamite. Anche l’Indonesia ha ricevuto una spinta agli investimenti da parte di aziende statunitensi, tra cui Amazon, Microsoft e Tesla. La regione sta diventando d’altronde sempre più critica per le catene di approvvigionamento globali. E può indicare una strada da seguire per continuare a prosperare.

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