Dopo due anni di pandemia, la Thailandia prova a ritornare alla normalità per la sua festa più celebre, anche se le restrizioni continuano a frenare la ripresa.
Il Songkran è la più grande e famosa delle numerose feste tradizionali della Thailandia. Questo periodo di festa è diffuso anche in altri Paesi del Sudest Asiatico e celebra l’inizio del nuovo anno nel calendario buddista ed Induista. In particolare, il Songkran thailandese, che peraltro capita nel mese più caldo dell’anno, è conosciuto oltre che per i grandi combattimenti con le pistole d’acqua, popolarissime tra i turisti, anche per le cerimonie di purificazione. La tradizione vuole infatti che, oltre alle numerose processioni, i fedeli rendano omaggio agli anziani o ai propri cari lavando loro le mani con dell’acqua. Inoltre, si usa pulire al meglio le proprie case e le statue del Buddha nei templi in modo tale da celebrare la rinascita e la purificazione. Ogni anno i festeggiamenti iniziano il 13 aprile e normalmente durano tre giorni, permettendo alle famiglie di riunirsi nel proprio villaggio per le celebrazioni. Per questo motivo, quindi, ogni anno si assiste ad un esodo di lavoratori che dalla capitale si spostano nelle province di origine.
La tradizione, interrotta a causa del lockdown, quest’anno si è potuta nuovamente rinnovare, con la popolazione che si è messa in viaggio per visitare i propri familiari e celebrare i consueti rituali. A causa della pandemia da COVID-19, infatti, negli ultimi due anni era stato vietato ogni altro tipo di festeggiamento popolare per evitare la diffusione del virus. Anche quest’anno, tuttavia, le celebrazioni sono state fortemente limitate. Infatti, nonostante il numero di contagi nella settimana di Songkran fosse minore ai 20,000 casi giornalieri e quindi ben inferiori alle cifre a cui siamo abituati in Italia (con una popolazione leggermente maggiore), il governo continua a imporre regole molto severe al fine di contenere la pandemia.
Per la delusione di molti turisti, tutti gli spruzzi con le pistole d’acqua od ogni tipo di giochi acquatici sono stati vietati nelle aree pubbliche delle più grandi città, Bangkok inclusa, per il terzo anno consecutivo. Anche le discoteche e i locali notturni sono rimasti chiusi e la somministrazione di alcol in occasione delle celebrazioni è stata vietata. Nei luoghi più turistici della capitale, come la popolarissima Khao San Road, si poteva assistere da una parte a negozianti che provavano a vendere invano pistole d’acqua, e dall’ altra all’esercito Thai intento ad annunciare con altoparlanti il divieto di utilizzarle.
La festa di Songkran avrebbe anche rappresentato un importante momento per rilanciare l’economia, visto l’aumento dei consumi in vista delle celebrazioni. Ma quest’anno, a causa dell’aumento del tasso d’inflazione nel contesto di una fragile ripresa economica e il mantenimento delle restrizioni per limitare il contagio, i consumi sono rimasti ben inferiori rispetto ai livelli pre-pandemici. Per di più, per un Paese che vive di turismo (settore che, secondo la Banca di Thailandia, nel 2019 ha rappresentato circa l’11% del PIL e impiegato circa il 20% della forza lavoro) le macchinose politiche di ingresso hanno scoraggiato molti turisti stranieri, frenando ulteriormente la ripresa.
Infatti, nonostante molti paesi vicini abbiano alleggerito i requisiti per entrare, la Thailandia ha mantenuto delle onerose regole che richiedevano, anche ai turisti vaccinati, costosi COVID test all’arrivo e quarantene in alberghi selezionati. Per questo motivo, alcune proiezioni riguardo le prenotazioni in strutture turistiche per il 2022 mostrano che la Thailandia ha recuperato solo il 25% dei turisti pre-pandemia, rimanendo indietro rispetto alla stessa cifra di 72% e 65% per Singapore e le Filippine rispettivamente.
Dal primo maggio, in ogni caso, sarà sufficiente un test fai da te e una copertura assicurativa minima per entrare nel Paese, con la speranza che un rinnovato afflusso di turisti possa ridare l’agognato sostegno all’economia travolta dal Covid.