La strategia dell’Unione europea per rilanciare i rapporti con il continente asiatico
L’Asia ha una importanza strategica per l’Europa. In questi anni abbiamo sperimentato che l’economia e i mercati finanziari di Europa e Asia sono sempre più interdipendenti e integrati. Variazioni nella performance economica di una regione hanno diretta influenza sulle condizioni economiche dell’altra. Con una popolazione che supera di gran lunga quella di ogni altro continente e con le sue economie in rapida crescita, solo nel 2019, l’Asia è stata destinataria del 28% dell’esportazioni UE e del 40% delle sue importazioni. Senza contare che la Cina è stata l’unica potenza mondiale a chiudere il 2020 in crescita, con un PIL in aumento del 2,3%.
Tutti dati che l’UE non ha potuto ignorare. Anche per questo nel 2018, i leader europei hanno adottato una comunicazione congiunta, nota come “Connecting Europe and Asia – Building Blocks for an EU Strategy”. La strategia proposta dall’Unione Europea punta sulla costruzione di un dialogo interregionale profondo creando sistemi di connettività sostenibile e regole condivise. Ciò diventa possibile, in primo luogo, ristrutturando il sistema delle reti e delle connessioni tra le due regioni, creando corridoi di trasposto, collegamenti digitali avanzati e migliorando la cooperazione energetica. In secondo luogo, predisponendo partenariati incentrati sulla connettività, che fanno perno su regole e standard comuni, in grado di consentire una migliore gestione dei flussi di merci, servizi, persone e capitali tra l’Europa e il continente asiatico. Infine, l’Unione Europea si è impegnata a colmare il divario negli investimenti dedicati alla connettività con l’Asia, mobilitando risorse e contribuendo a rafforzare la cooperazione con investitori privati e organismi di natura internazionale e banche multilaterali di sviluppo.
La strategia si è evoluta con la promozione di un incontro UE-Asia (ASEAM) diretto ad ampliare la connettività tra le due regioni. Si tratta di una piattaforma informale che include anche una dimensione parlamentare (ASEP), la quale riunisce nel dialogo 53 Paesi provenienti dalle due regioni, ovvero circa il 60% della popolazione globale e il 65% del PIL mondiale. Altra istituzione permanente è l’ASEF (Asia-Europe Foundation), che si occupa di incoraggiare gli scambi intellettuali, culturali e interpersonali tra Asia e Europa. I rapporti tra i due blocchi sono, poi, stati rafforzati con la conclusione di cinque partenariati strategici – compreso uno con l’ASEAN – e la definizione di accordi di libero scambio con diversi paesi asiatici, di cui l’ultimo, negoziato con l’ASEAN, riguarda la liberalizzazione del traffico aereo interregionale.
Tuttavia è fin troppo evidente che migliorare la connettività costa. L’Asian Development Bank stima necessari circa 1,3 trilioni di euro all’anno, da impiegare in investimenti infrastrutturali, crescita economica e politiche green. A questa cifra occorre aggiungere un investimento di 1,5 trilioni di euro, nel periodo 2021-2030, da indirizzare al Trans-European Transport Network (TEN-T). Il progetto sarà poi sostenuto anche dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI), dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Sostenibile (EFSD+), dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) e da istituzioni finanziarie private e internazionali.
In un momento di rimescolamento delle carte sulla scena internazionale, a Bruxelles non sfuggono i vantaggi della connettività con un’area emergente del mondo: pensare al futuro significa rilanciare i rapporti con il continente asiatico, promuovendo il dialogo e rafforzando i legami tra governi, istituzioni finanziarie e attori del settore privato.