(AGI) – Roma, 20 dic. – L’ora è adesso. Enrico Letta scommette sui Paesi del Sud Est asiatico, con la fondazione di una associazione Italia-Asean, già presentata a Jakarta a novembre durante la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e che avrà il suo battesimo italiano martedì a Roma. L’ex premier, che presiederà l’associazione, spiega all’AGI i motivi per cui è nata. “Oggi c’è una congiunzione astrale che spinge a lanciare una scommessa sull’Asean. I principali fattori sono ben chiari. Innanzitutto in questo momento di grande fatica del commercio internazionale è stato siglato dall’Europa l’accordo con il Vietnam, paese che tra l’altro guida ora l’Asean. E’ un accordo molto importante con un paese in crescita e con cui, tra l’altro, l’Italia ha già un ottimo rapporto istituzionale, industriale e commerciale. Il vertice Asean conclusosi il 22 novembre ha stabilito un percorso preciso per il futuro ed è stata decisa la nascita della Comunità economica Asean. Non è un caso che vi abbiano partecipato sia Obama che Xi Jinping”.
Esistono poi motivi di forte sintonia tra l’Italia e la maggior parte di questi Paesi, per cui un dialogo è possibile. “Questi paesi – fa presente Letta – in termini di dimensione sono simili all’Europa: tanti paesi piccoli, tranne l’Indonesia, che insieme raggiungono i 600 milioni. E anche i settori economici di interesse sono di grande consonanza”. Inoltre “la dimensione delle nostre imprese, prevalentemente media e piccola, è favorita da questi ambienti”. Insomma, “è venuto il momento di scoprire questa area del mondo poco battuta e quello che si fa con la nascita dell’Associazione fa parte di un’operazione strategica dell’area paese“. Letta spiega quali sono i motivi profondi per cui l’Italia deve investire sull’Asean: “il primo punto è la tempistica: noi dobbiamo scommettere sull’integrazione tra questi paesi che comincia ora. E’ come il nostro 1985, quando nacque il Mercato interno unico europeo. L’Italia si mette in prima fila, ha fatto da battistrada il presidente della Repubblica visitando l’Asean l’11 novembre. E’ la stessa scommessa fatta da Obama e da Ji dieci giorni dopo. Noi stiamo scommettendo prima e più di altri”.
Le dimensioni di questa scommessa sono presto dette: “oggi – ricorda Letta – ci sono 421 imprese italiane nell’area e si può, si deve, ancora crescere. Serve un supporto infrastrutturale e un impegno istituzionale. A fine gennaio faremo un giro in alcuni distretti (Torino, Verona e Ancona) per illustrare gli accordi commerciali con l’Asean. Noi faremo conoscere tutte le opportunità per le imprese italiane”. Ma ci sarà anche un secondo step: “valorizzeremo l’Italia come paese su cui investire per le imprese dei paesi Asean“. Perché, secondo Letta, la scommessa è duplice: l’Italia ha interesse a sbarcare nell’area Asean, ma anche loro possono avere interesse a sbarcare da noi. “Il nostro paese ha alcuni settori interessanti per loro. Sono, ad esempio, i settori più glamour: moda, sport, tlc. Non è un caso che i thailandesi abbiano acquistato Rinascente e Thohir l’Inter”. “Ma non dobbiamo dimenticare l’industria meccanica e la meccanica di precisione, che sono temi su cui gli investimenti possono essere interessanti e multidisciplinari”.
Insomma, “l’Italia è un paese che, se la ripresa arriva, può essere interessante per investitori di lungo periodo. A parità di investimento molti preferiscono l’Italia perché è glamour. Ma bisogna far capire che l’Italia non è solo moda, Venezia e Roma”. Letta non nasconde che l’instabilità internazionale, soprattutto sul fronte del terrorismo, rappresenta un rischio. “Il terrorismo è un pericolo e una piaga, alcuni di questi sono paesi a rischio, come del resto l’Europa. Il fondamentalismo islamico può destabilizzare alcune di queste operazioni. Bisogna lavorare perché non accada. In quella zona l’islam è presente ma è un islam moderato che rischia di essere un bersaglio. Sì, dei rischi ci sono, ma l’impegno per ridurli al minimo deve essere massimo”. L’Italia ha aderito alla Banca asiatica di investimenti per le infrastrutture, alcuni la considerano uno strumento di egemonia cinese nell’area, ma Letta ribatte: “l’adesione è un’operazione lungimirante. Si poteva essere tentati dal lasciarsi convincere dagli americani a non entrare. Ma l’Italia, come molti europei, ha visto bene sul lungo periodo si tratta di un’operazione che si può giocare a tutto campo non solo in Cina. Tramite una triangolazione virtuosa, gli investimenti cinesi possono arrivare in paesi come quelli dell’Asean che hanno fame di infrastrutture. E ci possono esser grandi opportunità anche per le imprese italiane”. (AGI)