Il blocco delle nazioni ASEAN è esposto, a varie intensità, alle sanzioni rivolte all’economia russa. Energia, grano e investimenti sono i settori in cui principalmente si intersecano queste relazioni
Mentre gran parte del mondo “occidentale” guarda con apprensione agli sviluppi del conflitto russo-ucraino e condanna Mosca con severe sanzioni economiche, i membri dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico hanno assunto posizioni poco omogenee. Secondo alcuni osservatori, il ritardo nel rilasciare dichiarazioni sulla crisi e la mancanza di esplicita condanna della Russia da parte dell’ASEAN sono sintomatici della difficoltà incontrata dagli attori della regione di trovare una sintesi soddisfacente tra le relazioni bilaterali che ciascuno intrattiene con la Russia. Singapore e Myanmar, ad esempio, condensano le divisioni del blocco, l’una condannando esplicitamente le azioni di Mosca, l’altra esprimendo sostegno. Le ragioni di queste contraddizioni sono da ricercarsi nei legami storici e commerciali che uniscono le sorti Sud-Est asiatico a quelle della Russia.
Il blocco delle nazioni ASEAN è esposto, a varie intensità, alle sanzioni rivolte all’economia russa. Energia, grano e investimenti sono i settori in cui principalmente si intersecano queste relazioni. Secondo James Guild del Diplomat, anche se c’è incertezza rispetto alle ripercussioni del conflitto sulla tenuta dell’economia del Sud-Est asiatico, esistono alcuni indizi che possono anticiparne l’impatto. In primo luogo, il ruolo della Russia come fornitrice di energia globale preoccupa alcuni Paesi in particolare. Anche se per Singapore solo il 5,7% del petrolio importato nel 2019 è russo, e per la Thailandia il 3,3%, il Vietnam potrebbe essere più esposto agli shock di fornitura energetica determinati dal conflitto, con il 15% del carbone importato nel 2019 che proviene proprio dalla Russia. Inoltre, i prezzi dell’energia erano già a rialzo prima dello scoppio del conflitto, e la guerra non farà che aggravare la situazione.
La pressione inflazionistica globale sui prezzi dei generi alimentari potrebbe subire un ulteriore aumento, mettendo in crisi economie come quella indonesiana e filippina, che nel 2019 hanno importato rispettivamente circa il 25% e il 16% del totale del grano da Russia e Ucraina. Molti Paesi del Sud-Est asiatico hanno agenzie statali specializzate nella raccolta di beni essenziali per affrontare eventuali shock delle catene di approvvigionamento, ma il fenomeno di contrazione dell’offerta avrà comunque degli effetti su prezzi e produzione.
Resta poi da affrontare la questione delle numerose joint ventures che uniscono i destini delle economie ASEAN a quello della Russia. In generale sembra vi sia urgenza di interrompere le partnership commerciali con Mosca, anche per via dell’impossibilità pratica di compiere scambi e transazioni. Un caso emblematico è quello della centrale a carbone vietnamita Long Phu 1, il cui appaltatore russo teme che non riceverà mai indietro il denaro investito nella realizzazione del progetto. Il legame tra Mosca e Hanoi risale ai tempi dell’era sovietica, ed era principalmente imperniato sulla fornitura di equipaggiamenti per la difesa da parte della Russia, che domina il 60% delle importazioni militari vietnamite. Nonostante il Vietnam non abbia condannato l’invasione russa del territorio ucraino, le sanzioni internazionali potrebbero compromettere le relazioni economiche anche con lo storico alleato comunista.
La Russia si era ritagliata pazientemente un margine d’influenza sulla regione del Sud-Est asiatico. Al di là del primato nella fornitura di armi, la politica “turn to the East” era un riconoscimento esplicito di quanto il presidente russo Vladimir Putin tenesse in considerazione le relazioni con gli attori regionali. Quando nel 2021 si sono celebrati i trent’anni delle relazioni ufficiali tra Russia e ASEAN, Putin aveva encomiato la prossimità politica tra le parti sottolineando come spesso le posizioni delle nazioni del blocco su questioni di rilevanza globale coincidano con quelle russe. In effetti i due attori hanno anche pubblicato un piano d’azione globale per attuare il loro partenariato strategico per il 2021-25, che tocca le dimensioni commerciale, strategica e securitaria. Tutto ciò dimostra come Mosca abbia riservato per sé relazioni specifiche con il Sud-Est asiatico, allontanandosi dagli altri due modelli dominanti, quello statunitense e quello cinese. Al contrario di Washington e Pechino – e fatta eccezione per la sua controversa fornitura di armi al Myanmar – Mosca non è infatti direttamente coinvolta in nessuna crisi politico-diplomatica nell’area. Per Russia e Paesi del Sud-Est asiatico, i legami economici e commerciali, e talvolta ideologici, sono anche un ponte di scambio diplomatico. Le diverse posture assunte dalle nazioni del blocco stigmatizzano le difficoltà dell’ASEAN di rivendicare il principio di centralità in questioni che toccano individualmente questi storici legami bilaterali.