La questione birmana continua a essere una complicata sfida per i Paesi del Sud-Est asiatico. Il blocco prova a mostrare comunione di intenti
Unità. Questo il concetto citato più volte al summit dei Ministri degli Esteri dei governi dei Paesi dell’ASEAN, svoltosi a Giacarta lo scorso fine settimana. Il vertice ha rappresentato l’avvio ufficiale della presidenza di turno dell’Indonesia per il 2023. E l’amministrazione del Presidente Joko Widodo si è subito mostrata risoluta nel tentativo di compattare i ranghi sulla questione più spinosa a livello politico e diplomatico: la crisi in Myanmar. Dopo due anni dal golpe militare, la situazione è ancora ben lontana dall’essere risolta. La recente decisione dell’esercito birmano di prolungare di sei mesi lo stato di emergenza nazionale ha suscitato polemiche in patria e condanne all’estero, in quanto la mossa è stata percepita come un segnale che le elezioni generali promesse per la prossima estate saranno rinviate. La transizione del Paese verso un governo civile appare dunque allontanarsi, mentre il consenso in cinque punti raggiunto tra la giunta militare e l’ASEAN resta in larga parte inapplicato. Al termine del summit, la Ministra degli Esteri indonesiana Retno Marsudi ha dichiarato che Giacarta ha proposto ai Paesi membri un piano di pace attuativo del consenso in cinque punti, che chiedeva innanzitutto la fine delle violenze e il dialogo tra militari e ribelli. Secondo Marsudi, tutti i rappresentanti dei governi regionali hanno accettato la proposta. Un segnale positivo per l’Indonesia, la cui presidenza di turno si preannuncia come molto proattiva sulla questione. “Questo piano è molto importante come guida per affrontare la situazione in Myanmar in modo unitario”, sostiene il governo indonesiano. Dall’esterno e dall’interno dell’area del Sud-Est asiatico arrivano peraltro richieste all’ASEAN di adottare una postura più decisa e compiere dunque un salto di qualità di fronte a una delle sfide più complesse che il blocco ha dovuto affrontare in tempi recenti. L’Indonesia sembra disposta a favorire questo processo, ma allo stesso tempo il Presidente Widodo ha avvisato le grandi potenze di non utilizzare il Sud-Est asiatico come proprio campo di sfida. A conferma che l’ASEAN non è intenzionato a prendere parte a contese o a contribuire al ritorno di una logica da blocchi contrapposti.