La visione post 2025 della Comunità dei Paesi del Sud-Est asiatico sarà estesa al 2035 al 2045
La capacità di elaborare strategie a lungo termine è sempre stata fondamentale e lo è diventata ancora di più. In Asia è un’operazione sulla quale si insiste tradizionalmente di più. Ulteriore dimostrazione arriva dalla decisione dell’ASEAN di estendere la sua visione post 2025 di ulteriori dieci anni, portandola dal 2035 al 2045. La decisione è stata comunicata di recente dal Segretario generale Kao Kim Hourn durante il settimo incontro della Task Force di alto livello sulla Visione post-2025 della Comunità ASEAN. Da oggi al 2025, la task force dovrà dare una risposta alla sfida più importante della regione del Sud-Est asiatico: come elaborare una visione sostenibile nel medio-lungo termine, per continuare a sostenere la crescita economica e accompagnare il prevedibile accresciuto ruolo commerciale e geopolitico della zona, visto che nei prossimi decenni l’ASEAN potrebbe presumibilmente diventare la quarta potenza economica mondiale dopo Cina, Stati Uniti e Giappone/India. Negli ultimi mesi, la task force ha tenuto le cosiddette “consultazioni di interfaccia” con le agenzie legate all’ASEAN, tra cui la Commissione intergovernativa ASEAN per i diritti umani, il Centro ASEAN per la biodiversità e l’ASEAN Business Advisory Council (Abac). Tra 20 anni l’ASEAN potrebbe avere la terza popolazione mondiale dopo Cina e India. E presumibilmente sarà più grande anche a livello numerico. Secondo le previsioni del Bangkok Post, nei prossimi anni entreranno nuovi membri nell’Associazione, tra cui Timor Est e, negli anni a venire, Papua Nuova Guinea, che dal 1986 è l’osservatore più longevo del gruppo. Potrebbero esserci anche altri nuovi membri della regione indo-pacifica. A quel punto, sottolinea il quotidiano thailandese, l’ASEAN avrebbe bisogno di un aumento di parecchie volte del suo budget presso il segretariato con sede a Giacarta. La sfida principale resterà comunque quella di adattarsi a un mondo con tendenze polarizzanti, rafforzando la centralità del blocco per diventare sempre più un attore globale di primo piano ed evitando che il Sud-Est asiatico venga coinvolto in logiche di confronto e contrapposizione. L’ASEAN ha tutte le carte in regola per riuscirci.