L’AEC Blueprint 2025 è anche un’occasione per l’Unione Europea

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Mentre la Comunità Economica dell’ASEAN (AEC) fa il punto sul suo AEC Blueprint 2025, l’Unione Europea dovrebbe tutelare lo spazio privilegiato che si è ritagliata nella relazione con il Sud-Est asiatico

Lo scorso 28 aprile si è tenuta la revisione intermedia dell’AEC Blueprint 2025,  alla presenza anche della rappresentanza dell’Unione Europea in ASEAN. Le attività della Comunità Economica dell’ASEAN (AEC) sono coordinate infatti attraverso questo piano di sviluppo, messo a punto grazie agli studi sull’ambiente economico regionale forniti dall’Economic Research Institute for ASEAN and East Asia (ERIA), dalla S. Rajaratnam School of International Studies (RSIS) e dell’Institute of Southeast Asian Studies (ISEAS), che hanno contribuito a delineare le direttive dell’AEC per i prossimi anni. L’AEC Blueprint 2025 è stato progettato sulla base del precedente AEC 2015, e si propone perciò di realizzare alcuni obiettivi generali: un’economia integrata e coesa; competitività, innovazione e dinamismo in ASEAN; connettività e cooperazione settoriale; maggiore inclusività e un approccio people-centered; e infine un ASEAN che aspiri a divenire un attore globale rilevante. Inoltre, non si tratta solo di un documento significativo per le economie del Sud-Est asiatico ma anche per partner internazionali quali l’UE.

La revisione ha avuto lo scopo di valutare i risultati ottenuti nei primi anni di attuazione del progetto. Secondo il Segretario Generale Dato Lim Jock Hoi, che è intervenuto all’incontro, sarebbe opportuno far luce su tre dimensioni fondamentali. Innanzitutto, nonostante le prestazioni positive, i risultati non sono ancora sufficienti: occorre migliorare la reattività alle tematiche trasversali e il coordinamento intersettoriale all’interno dell’ASEAN. In secondo luogo, anche se l’obiettivo primario resta la realizzazione di una maggiore integrazione economica, bisogna sempre tenere a mente che l’ambiente esterno è in evoluzione, e che se sfide urgenti come il cambiamento climatico si inaspriscono è necessario aggiustare il piano 2025 incorporando queste nuove istanze. In terzo luogo, ha concluso il Segretario Generale, l’ASEAN deve considerare le caratteristiche materiali dei suoi mercati e affrontarne lacune e complessità attraverso la cooperazione regionale.

Al lancio della revisione intermedia era presente anche una delegazione dell’Unione Europea, che ha salutato con favore la costanza che l’Associazione ha dimostrato nel mantenere questi impegni economico-commerciali. Solo dieci giorni prima, il 19 aprile, l’UE aveva inaugurato la sua Strategia per la Cooperazione nell’Indo-Pacifico, che d’altra parte riconosce la crescente rilevanza economica e geopolitica che la regione sta dimostrando negli ultimi anni. L’Unione Europea è il partner commerciale con il quale l’ASEAN mantiene una delle relazioni mutualmente più vantaggiose, essendo valso nel 2020 circa 123 miliardi di euro di esportazioni, secondo le stime dell’International Trade Center. Inoltre, non solo la regione dell’Indo-Pacifico costituisce una fetta significativa del PIL mondiale e quasi due terzi della crescita globale, ma presenta anche alcune delle maggiori linee di frattura nella maglia geopolitica globale. Tra questioni relative alle controversie con la Cina nel Mar Cinese Meridionale, una particolare esposizione alle conseguenze più dirompenti del cambiamento climatico, e il fatto che gli attori regionali presentano preferenze differenziate rispetto ai Paesi coi quali cooperare più attivamente, il Sud-Est asiatico è molto più che un hub economico per l’Europa. 

Osservare da vicino le dinamiche politico-economiche dei Paesi ASEAN è dunque fondamentale per riuscire a intravedere la direzione che potrebbe prendere l’economia globale in futuro. Non solo la regione del Sud-Est asiatico presenta un mercato enorme e in corso di sviluppo nonostante la pandemia. Ma il modo in cui queste economie reagiscono alla minaccia dei disastri ambientali, e alle questioni legate all’inclusione di categorie sociali marginalizzate, è la sintesi perfetta delle sfide globali che ci attendono. Ecco perché l’AEC Blueprint 2025, un progetto propriamente regionale, ha una sua rilevanza anche per l’Unione, che sembra essersi ritagliata un ruolo come principale supporter dello sviluppo economico del Sud-Est asiatico. Nonostante si tratti di organizzazioni regionali di natura diversa, ASEAN e UE rappresentano infatti i progetti di integrazione economica più avanzati al mondo, e condividono anche alcuni dei paradigmi valoriali su cui si fondano: multilateralismo, stato di diritto, libero mercato. L’Unione dovrebbe perciò cogliere l’occasione di queste affinità per tutelare il vantaggio acquisito rispetto a partner economici geograficamente più vicini, ma ideologicamente molto più lontani.

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