Kuala Lumpur ha presentato una nuova strategia nazionale per i semiconduttori con la quale intende acquisire un ruolo più strategico all’interno della catena di approvvigionamento globale
Di Alessia Caruso
Negli ultimi anni, il mercato dei semiconduttori è stato sottoposto a pressioni significative, che hanno spinto le aziende leader del settore a decentralizzare e diversificare le loro operazioni. Questo contesto ha stimolato un crescente interesse tra le nazioni del Sud-Est asiatico, che vedono nel decoupling un’opportunità per assumere un ruolo di primo piano in una delle catene produttive più strategiche e tecnologicamente avanzate del mondo.
Tra queste nazioni, la Malesia si distingue per la sua lunga esperienza nel settore. Già negli anni ’70, era sede di 14 aziende di semiconduttori, attirando investimenti da leader del settore come Intel e Infineon. Recentemente, il Paese ha deciso di rafforzare il suo ruolo competitivo. Il 28 maggio 2024, il Primo Ministro malese Anwar ha annunciato la Strategia Nazionale per i Semiconduttori (NSS), mirata ad espandere e riposizionare la Malesia nella catena produttiva globale dei microchip.
Il piano prevede di attrarre 107 miliardi di dollari in investimenti per l’industria nazionale dei semiconduttori, offrendo 5 miliardi di dollari in incentivi fiscali per gli investimenti esteri, creando 20 aziende locali per il design e il packaging avanzato di chip, e avviando un programma di formazione per 60.000 ingegneri malesi. Questa strategia intende rafforzare in modo strutturato e consistente il ruolo della Malesia nella catena di approvvigionamento globale, con una prospettiva di crescita annuale dell’11,41% entro il 2029.
Due elementi della strategia sono particolarmente degni di attenzione. Il primo riguarda il tentativo di riposizionamento lungo la catena di approvvigionamento. Attualmente, la Malesia rappresenta il 13% del mercato globale di test e packaging dei semiconduttori, fasi produttive che richiedono tecnologie non particolarmente avanzate e facilmente trasferibili. L’obiettivo del Primo Ministro malese è spostarsi verso fasi produttive più tecnologiche, occupando un ruolo più strategico. Il secondo elemento da attenzionare è il tentativo di posizionarsi come hub neutrale. In occasione del lancio della NSS, Anwar ha affermato che intende “offrire la nazione come il posto più neutrale e non allineato per la produzione di semiconduttori, contribuendo alla costruzione di una catena di approvvigionamento più sicura e resiliente”.
Quest’ultima considerazione è particolarmente rilevante se inserita nel contesto geopolitico attuale. Tre dinamiche principali hanno caratterizzato questo settore negli ultimi anni: le crescenti tensioni fra Stati Uniti e Cina, le tensioni fra Cina e Taiwan, e gli impatti della pandemia di COVID-19. La competizione tecnologica tra Stati Uniti e Cina ha portato a restrizioni commerciali e politiche protezionistiche. In seguito alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti su alcune aziende cinesi, le imprese statunitensi sono state spinte a cercare alternative per le loro catene di approvvigionamento, aumentando così l’interesse verso i produttori di semiconduttori in altre regioni, inclusa la Malesia. In secondo luogo, le crescenti tensioni tra Cina e Taiwan hanno spinto le aziende globali a diversificare le loro fonti di semiconduttori. Taiwan è infatti un attore chiave nel mercato globale dei semiconduttori, con aziende come TSMC che dominano la produzione di chip avanzati. Infine, la pandemia ha evidenziato le vulnerabilità nelle catene di approvvigionamento globali, causando interruzioni significative nella produzione e nella distribuzione di chip. In risposta, molte aziende hanno cercato di ridurre la dipendenza da singoli punti di produzione, spostando parte della loro produzione in regioni con infrastrutture adeguate e politiche di supporto.
La strategia malese si inserisce in questo contesto. L’obiettivo è quello di cogliere le opportunità di attrarre capitali di aziende alla ricerca di un hub tecnologico stabile, lontano dalle tensioni regionali.
Tuttavia, le sfide che si pongono di fronte alla Strategia Nazionale per i Semiconduttori sono diverse. Molti paesi del Sud-Est asiatico hanno infatti riconosciuto le opportunità offerte dal mercato dei semiconduttori. Paesi come Vietnam, Cambogia e Thailandia stanno investendo in questo settore. Tuttavia, la Malesia ha una lunga storia nell’industria, che le dà un vantaggio competitivo significativo. Inoltre, nonostante rappresenti uno dei maggiori esportatori di chip verso gli Stati Uniti, nel 2023 il volume di export è diminuito del 20%. Contrariamente, essa rappresenta l’esportatore di chip più in rapida espansione in Cina, nonché il primo Paese ASEAN. Il rischio è che la Malesia possa rimanere intrappolata nelle dinamiche competitive dell’area, diventando un punto di riferimento solo per uno dei due contendenti. La Malesia ha anche una significativa carenza di capitale umano qualificato, che rappresenta una sfida significativa, soprattutto considerando che il mercato dei semiconduttori è caratterizzato da competenze altamente settoriali e a rapida obsolescenza. La NSS intende proprio affrontare questo problema.
In definitiva, il mercato dei semiconduttori malese oggi si trova di fronte a grandi opportunità che lo Stato intende sfruttare. Se riuscirà a gestire la competizione regionale e posizionarsi come un hub centrale e neutrale, la sua esperienza nell’industria, unita alla sensibilità del governo nel rafforzare le debolezze strutturali, potrà rendere la Malesia un grande hub mondiale per il mercato dei semiconduttori.