La nuova strategia giapponese

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L’annuncio a sorpresa di Mitsubishi: dopo l’uscita dall’Europa punterà tutto sull’ASEAN. La scelta della multinazionale giapponese è un caso di studio per il mondo che cambia.

Gli standard stringenti sulle emissioni inquinanti e normative tecniche sempre più rigorose hanno reso l’Europa un luogo difficile per fare affari per una grande multinazionale dell’automotive. Oltretutto, mentre l’UE sta diventando sempre più un mercato di nicchia, i nuovi consumatori sono altrove. Guidata da simili considerazioni, Mitsubishi Motors Corporation (MMC) ha recentemente annunciato l’intenzione di sospendere le operazioni in Europa una volta terminata l’attuale linea di produzione. Così facendo, MMC, a qualche anno di distanza dalla ‘connazionale’ Daihatsu, ha deciso di abbandonare l’Europa, dove era presente dal 1975, per concentrarsi sui mercati emergenti e sempre più redditizi del Sud-Est asiatico.

Secondo Sammu Chan, analista senior di LMC automotive, le case automobilistiche giapponesi hanno un problema con l’Europa: “Dalle normative sulle emissioni e le difficili condizioni di mercato, alla pressione del segmento premium e ai prezzi della concorrenza interna, si trovano ad affrontare uno scenario da incubo quando si tratta della questione della redditività sostenibile in Europa”. La questione che preoccupa di più sembra essere quella delle emissioni, soprattutto se si considerano le multe minacciate dall’Unione Europea al Regno Unito nel quadro delle normative sulle emissioni di carbone. “Con obiettivi di CO2 così severi in Europa” – secondo Chan – “è necessaria una chiara strategia EV per prosperare nel prossimo decennio”, che non tutti sembrano potersi permettere.

In un mercato consolidato come quello europeo le imprese dell’auto affrontano la sfida della smart technology strette tra la pressione della concorrenza e l’urgenza degli investimenti. La nuova recessione economica innescata dalla pandemia di Covid-19 non ha certo aiutato un settore già messo alla prova da un rallentamento delle vendite per certi versi fisiologico. Pertanto, il produttore giapponese sta concentrando il nuovo piano di sviluppo sulla “razionalizzazione dei costi e il miglioramento della redditività”, che confida possa riportare il marchio su una traiettoria di crescita sostenibile nei prossimi tre anni. Il progetto a medio termine, soprannominato “Small but Beautiful”, prevede la riallocazione delle risorse di gestione nei nuovi mercati emergenti e un rafforzamento delle tecnologie primarie: le operazioni europee non saranno più una priorità.

L’attenzione di Mitsubishi si concentrerà invece sui Paesi ASEAN, che generano ad oggi circa un quarto delle vendite totali dell’azienda, e dove l’azienda punta a raggiungere una quota di mercato dell’11%, prima di riprendere la propria espansione globale. Nell’ambito della sua ristrutturazione globale, le fabbriche del Sud-Est asiatico sono destinate a svolgere un ruolo chiave nella fornitura di nuovi prodotti ad altri mercati emergenti in tutto il mondo come appunto quelli dell’America Latina e dell’Africa. La strategia prevede anche un’innovazione della gamma Mitsubishi attraverso l’introduzione dell’ibrido plug-in e dei veicoli elettrici, che saranno destinati inizialmente al solo mercato ASEAN. I nuovi modelli beneficeranno della tecnologia sviluppata nell’ambito della sua alleanza con Renault e Nissan

“Integrando queste tecnologie – ha sottolineato l’azienda – Mitsubishi lancerà modelli ecologici che contribuiranno allo sviluppo di una società in cui le persone, le automobili e la natura possono coesistere in armonia”. Scegliendo di concentrarsi sull’ASEAN anziché disperdersi in giro per il mondo,la casa automobilistica ha deciso di investire nella straordinaria storia di sviluppo della regione. Attualmente la Mitsubishi ha già una base di produzione in Vietnam, così come in Thailandia, Indonesia e Filippine. Il piano è di aggiungere il Myanmar alla lista, anche se il recente colpo di stato potrebbe portare l’azienda a riconsiderare questo obiettivo.

In un momento di grande difficoltà, la Mitsubishi ha deciso di ripartire dall’ASEAN. Nel Sud-Est asiatico, l’azienda si troverà ad affrontare un mercato molto diverso da quello europeo, meno rigido per quanto riguarda le emissioni e più favorevole all’acquisto di prodotti non necessariamente in linea con le ultime tecnologie. La scelta della regione come sede di produzione di componenti e veicoli destinati ai nuovi mercati emergenti avrà inoltre un impatto molto significativo sul lavoro e sulla produzione e immissione dei veicoli elettrici nel Paesi dell’ASEAN.

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