Nel settembre 2020 l’Italia è divenuta partner di sviluppo ASEAN. Le relazioni bilaterali si intensificheranno su vari ambiti: politico, securitario, economico. La cooperazione bilaterale ha tutto il potenziale per creare opportunità per un futuro condiviso
L’Italia intrattiene con l’ASEAN ottime relazioni politiche ed economiche. Mercoledì 7 luglio, durante una webinar del CeSI, gli ospiti hanno elogiato l’intensificarsi della cooperazione bilaterale, anche alla luce della partnership di sviluppo lanciata lo scorso anno. Nel settembre 2020, infatti, all’Italia è stato conferito il ruolo di “ASEAN Development Partner”, un titolo prestigioso che implica maggiore prossimità tra le parti su varie aree: connettività, lotta ai cambiamenti climatici e sviluppo sostenibile, gestione dei disastri naturali, tutela del patrimonio culturale, rafforzamento del ruolo delle donne, mantenimento della pace e limitazione delle diffusione del Covid-19. L’Italia ha deciso, con lungimiranza, di valorizzare la relazioni con i Paesi del Sud-Est asiatico puntando su una cooperazione multilivello.
In occasione del webinar, l’Ambasciatrice della Repubblica di Indonesia in Italia, Esti Andayani, ha osservato come quello presente sia un periodo d’oro per i rapporti Italia-ASEAN. Nonostante l’irrompere della crisi sanitaria, la cooperazione per lo sviluppo non è venuta meno. “Nessuno è al sicuro finché tutti non sono al sicuro. Una delle lezioni da imparare è che dovremmo cooperare di più nella realizzazione di uno sviluppo sostenibile”, ha sottolineato. Anche se la pandemia si è fatta sentire, causando una repentina contrazione del commercio internazionale, Andayani è ottimista sul futuro. Il Direttore Generale del Ministero degli Esteri Luca Sabbatucci ha descritto poi l’approccio dell’Italia alla cooperazione con la regione. Il paradigma italiano è costituito dal potenziamento di piani per lo sviluppo sostenibile, per l’economia verde e digitale e per l’energia verde. Gli sforzi bilaterali si innestano nella consapevolezza che le due economie possano essere di supporto l’una per l’altra, a livello politico-diplomatico, culturale e commerciale.
L’Italia intrattiene ottime relazioni con i 10 Paesi del blocco, e gode di un’immagine molto positiva anche agli occhi dei locali. Come sottolinea Romeo Orlandi, Vice-Presidente dell’Associazione Italia-ASEAN, “il nostro Paese ha eccellenti relazioni bilaterali, non inquinate da rancori post-coloniali. Non esistono tensioni politiche, tanto meno militari o legate alla sicurezza. Anche tra i consumatori è forte l’immagine dell’Italia come Paese che esprime arte e cultura, dove la qualità della vita è alta e si producono prestigiosi beni di consumo. Se ne apprezzano lo stile di vita, la cucina, le manifestazioni sportive”.
Questa attrazione è reciproca. Il Sud-Est asiatico è apprezzato dalla popolazione italiana per la sua cultura, la cucina e gli usi e i costumi, ma anche il mondo imprenditoriale riconosce il valore delle relazioni con l’ASEAN. Tuttavia, a causa di narrazioni mediatiche talvolta poco accurate e di un fascino dell’esotico che deriva dall’esperienza del colonialismo europeo, prevale ancora una percezione stereotipata della regione. Tra “le spiagge della Thailandia e di Bali, i templi buddhisti del Myanmar, gli shopping mall di Singapore”, osserva Giuseppe Gabusi del TWAI (Torino World Affairs Institute), “è difficile trasmettere l’immagine reale di questi Paesi”. È utile perciò trasformare l’approccio, guardare al partenariato con l’ASEAN come a un interscambio reciprocamente fruttuoso. Come ha sottolineato l’Ambasciatore UE in India Ugo Astuto, il proliferare di think tank e istituti di ricerca sta recentemente contribuendo a una conoscenza più approfondita del Sud-Est asiatico.
L’Italia riconosce all’ASEAN anche il merito di rappresentare un “esempio positivo di multilateralismo basato sul rispetto del diritto internazionale”, e punta ad approfondire le relazioni con la regione anche in ambito securitario. Appena dopo aver accettato la sua candidatura come Development Partner, si è tenuto un incontro tra i rappresentanti delle parti per discutere di questioni legate alla sicurezza transnazionale. Con l’occasione, l’Italia si è impegnata a lavorare con i Paesi ASEAN a operazioni di capacity-building contro il terrorismo, la criminalità organizzata, il traffico di droga e il cybercrimine.
I mercati emergenti dell’area hanno dimostrato un grande dinamismo, specie di fronte alle difficoltà causate dalla pandemia da Covid-19. In questo periodo il commercio bilaterale tra l’Italia e il blocco asiatico si è mantenuto vivo, pur subendo un’inflessione negativa. Secondo i dati dell’International Trade Center, il volume dell’interscambio commerciale nel 2020 ammontava a circa 18,7 miliardi di euro, con l’Italia in leggero avanzo commerciale (10,3 miliardi di esportazioni nel 2020). La nostra penisola è la quinta economia europea per esportazioni nel Sud-Est asiatico, dopo Germania, Francia, Regno Unito e Svizzera, mentre Singapore, Thailandia e Malaysia, sono i principali partner commerciali, specie per quanto riguarda macchinari e apparecchiature elettroniche. Circa 1,8 miliardi di euro di prodotti esportati dall’Italia arrivano a Singapore, per poi essere smistati in altri Paesi dell’Asia orientale. L’ASEAN è l’origine del 2,3% circa delle importazioni italiane (8,4 miliardi su un totale di 370 miliardi nel 2020), e destinazione dell’1,7% circa delle esportazioni (7,3 miliardi su un totale di 434 miliardi nel 2020).
La cooperazione multilivello dovrà declinarsi simultaneamente in questi ambiti: politico, securitario e socio-economico. Il proliferare di occasioni di scambio può contribuire a una maggiore comprensione reciproca e creare le coordinate giuste per un futuro condiviso.