Fino al 13 novembre in Cambogia va in scena il vertice annuale dell’ASEAN. È il primo dei tre grandi appuntamenti di novembre, insieme ad APEC e G20, che vedranno l’area al centro della scena politica internazionale. Tra divisioni e grandi temi, ecco l’agenda del summit del blocco regionale
Articolo di Francesco Mattogno
Un mese al centro della diplomazia mondiale. Sede di tre grandi eventi internazionali, per buona parte di novembre il Sud-Est asiatico è una tappa obbligata nelle agende dei leader delle grandi potenze. Il primo appuntamento è il 40° e 41° vertice annuale dell’Associazione del Sud-Est Asiatico (ASEAN) che si svolge a Phnom Penh, capitale della Cambogia, fino al 13 novembre. Il termine “vertice” è riduttivo. Sono sei giorni di incontri bilaterali e multilaterali senza sosta, dal summit sul Business e gli Investimenti (ABIS) al 25° vertice ASEAN-Cina e 10° ASEAN-USA. Tanti anche gli ospiti che hanno scelto di unirsi ai capi di stato o di governo dei Paesi membri dell’Associazione, tra cui figurano anche alti funzionari internazionali, come il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres e il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel.
Per quanto riguarda i paesi ASEAN, non è presente Min Aung Hlaing. È il secondo anno consecutivo che il generale e primo ministro golpista del Myanmar non è stato invitato al vertice, conseguenza della guerra civile scatenata a seguito del colpo di stato militare del 1° febbraio 2021. Per quanto riguarda la Cina, niente trasferta in Cambogia per Xi Jinping: al suo posto il premier cinese Li Keqiang. Li è arrivato in anticipo per incontrare sia il re cambogiano Norodom Sihamoni che il primo ministro Hun Sen. Joe Biden dovrebbe invece presenziare agli incontri del 12 e 13 novembre. Si tratta del primo viaggio in Cambogia di un Presidente statunitense dal 2012, quando Barack Obama visitò il Paese proprio in occasione dell’ultimo summit ASEAN presieduto da Hun Sen prima di questo.
Le non-decisioni sul Myanmar hanno evidenziato le lacune nel processo decisionale dell’ASEAN e riacceso il dibattito sul superamento del “principio del consenso”, per il quale ogni stato membro deve essere d’accordo al momento di una risoluzione. Tutto materiale per il vertice di Phnom Penh, nel quale temi come ambiente, energia e ripresa post-covid faranno probabilmente solo da cornice alle questioni su politica e sicurezza. Tanto che lo stesso Hun Sen aveva cercato, senza successo, di rendere il vertice la sede di colloqui di pace tra Russia e Ucraina.
E sempre la politica è al centro della presenza americana e cinese al summit. La Cina ha strizzato l’occhio all’ASEAN concludendo, a pochi giorni dal vertice, una serie di accordi con Vietnam e Singapore (il segretario generale del Partito comunista vietnamita, Nguyen Phu Trong, è stato il primo a incontrare Xi Jinping dopo il 20° Congresso). Il 26 ottobre il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha inoltre ricevuto i diplomatici ASEAN a Pechino, dicendosi speranzoso che l’Associazione possa mantenersi “indipendente” anche in futuro.
A sua volta Biden aveva invitato i leader del blocco a Washington lo scorso maggio, inaugurando una “nuova era” delle relazioni tra Stati Uniti e ASEAN. Per questo il Presidente statunitense potrebbe concentrarsi sul sottolineare i vantaggi della cooperazione in ambito di sviluppo economico, digitale e ambientale, cercando di mostrarsi come un’alternativa alla Repubblica Popolare. USA e ASEAN potrebbero infatti stabilire un Partenariato Strategico Globale, lo stesso firmato al summit dello scorso anno tra l’Associazione e il suo principale partner commerciale: la Cina. È un po’ la condizione di normalità del Sud-Est asiatico, tirato da una parte e dall’altra. Lo scopo della regione è quello di rimanere in equilibrio tra le grandi potenze, proprio mentre tutte bussano alla sua porta.