Il ruolo sempre più centrale della Malesia sui microchip

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Kuala Lumpur sta attirando sempre più investitori stranieri nel suo settore dei semiconduttori, con l’obiettivo di avanzare nella catena del valore dei chip, in particolare quelli per i veicoli elettrici

Di Walter Minutella

La Malesia sta emergendo come un nodo cruciale nella catena di approvvigionamento dei microchip.  Questo ruolo di primo piano è sostenuto non solo dalla sua posizione strategica nel cuore dell’ASEAN e dalla stabilità politica ed economica relativa del paese, ma anche dalle infrastrutture sviluppate, dalla manodopera altamente qualificata e dalle politiche governative favorevoli agli investimenti stranieri. 

Inoltre, la crescita del mercato interno e la presenza di risorse naturali contribuiscono a rendere la Malesia un’opzione sempre più attraente per gli investitori specialmente statunitensi ed europee nel settore dei microchip, che cercano di diversificare la loro produzione in diverse aree. Questo fenomeno riflette il modo in cui la geopolitica sta plasmando la produzione tecnologica.

Secondo quanto riportato dal Financial Times, la Malesia è diventata un polo di attrazione per le principali aziende del settore, tra cui Intel, Micron e altri. Con un aumento significativo degli investimenti esteri diretti, il settore dei semiconduttori in Malesia sta vivendo un periodo di espansione senza precedenti. Solo nello Stato settentrionale di Penang, sono stati attivati investimenti esteri diretti per un valore di 12.8 miliardi di dollari l’anno scorso, superando quelli degli anni precedenti.

Il governo malese ha riconosciuto l’importanza strategica dell’industria dei semiconduttori e si impegna attivamente a svilupparla ulteriormente. Il Primo Ministro Anwar Ibrahim ha dichiarato che lo sviluppo dell’industria dei semiconduttori è un obiettivo cruciale per il paese.

Le aziende tecnologiche statunitensi stanno giocando un ruolo chiave in questo scenario di crescita. Intel, ad esempio, ha investito 7 miliardi di dollari per nuovi impianti in Malesia, incluso un impianto sperimentale dedicato al packaging in 3D. Micron, un altro gigante del settore, ha aperto un secondo stabilimento a Penang l’anno scorso, mentre Infineon ha annunciato un piano di espansione da 5.4 miliardi di dollari.

Questi investimenti non solo indicano il crescente ruolo della Malesia nel settore dei semiconduttori, ma hanno anche riflessi significativi sull’economia locale. Il prezzo dei terreni industriali è aumentato del 60% dal 2002, mentre il traffico stradale ha registrato ingorghi sempre più frequenti.

Tuttavia, la Malesia deve affrontare sfide cruciali per mantenere questa crescita sostenibile. Uno dei problemi principali è il deficit di manodopera specializzata, con il settore in espansione che richiede almeno 50.000 nuovi ingegneri all’anno, mentre le università del Paese producono solo 5.000 laureati nel settore.

La scelta di investire nei Paesi del Sud-Est asiatico come la Malesia è motivata anche dalla loro posizione strategica nel Mar Cinese Meridionale, che assume un ruolo cruciale nel settore dei chip. Questa posizione strategica consente alle aziende di avere un accesso privilegiato alle rotte commerciali chiave per il trasporto di componenti e prodotti finiti nel settore dei semiconduttori. Inoltre, essendo una delle vie navigabili più importanti al mondo, il Mar Cinese Meridionale facilita il trasporto efficiente di materiali e prodotti verso i mercati asiatici e globali, contribuendo così alla competitività delle aziende che operano in questo settore.

I vantaggi economici derivanti dall’investimento in queste regioni includono una forza lavoro altamente qualificata e relativamente a basso costo, infrastrutture moderne e una politica favorevole agli investimenti stranieri. La presenza di zone economiche speciali e incentivi fiscali aggiuntivi rende ancora più attraente l’investimento in queste aree, offrendo alle aziende un ambiente favorevole per espandere le proprie operazioni e massimizzare i rendimenti sugli investimenti.

Inoltre, l’interesse per la Malesia è aumentato dopo che la pandemia di Covid-19 ha evidenziato le fragilità delle catene di approvvigionamento globali. Le tensioni tra Stati Uniti e Cina hanno spinto entrambi i Paesi a cercare fonti di semiconduttori affidabili al di fuori della Cina continentale, accelerando ulteriormente l’interesse per la Malesia.

Con l’industria dei semiconduttori che continua a crescere in Malesia, il Paese si prepara ad affrontare sfide come l’espansione delle infrastrutture e la transizione verso energie pulite. Nonostante queste sfide, molti dirigenti aziendali sono fiduciosi nel ruolo della Malesia nella catena di approvvigionamento tecnologico globale, riconoscendo il suo potenziale nel diventare un punto di riferimento nell’industria elettronica a livello mondiale.

La Malesia sta attirando sempre più investitori stranieri nel suo settore dei semiconduttori, con l’obiettivo di avanzare nella catena del valore dei chip, in particolare per i chip utilizzati nei veicoli elettrici.

Attualmente, il Paese detiene una quota del 13% del mercato globale per i servizi di confezionamento, assemblaggio e test dei semiconduttori. Inoltre, la Malesia si colloca come il sesto esportatore mondiale di semiconduttori, confezionando il 23% di tutti i chip americani, il che contribuisce al 25% del PIL della nazione. Questo la rende un attore chiave nel mercato globale dei semiconduttori.

In passato, la Malesia è stata riconosciuta come la Silicon Valley dell’Est, essendo stata una pioniera nella produzione di chip negli anni ’70. Tuttavia, nel corso dei decenni successivi, ha perso progressivamente terreno a favore di Corea del Sud e Taiwan. Nonostante ciò, attualmente la Malesia sta cercando di riconquistare la leadership nel settore, spingendo per diversificare la sua produzione. Tra i possibili vantaggi per la Malesia c’è il fatto che le aziende cercano una collocazione meno esposta alle turbolenze globali e con scenari futuri più stabili rispetto a Taiwan, che attualmente domina il comparto fabbricazione e assemblaggio. 

Il Nuovo Piano Industriale della Malesia (NIMP) 2030 offre una roadmap per aumentare il valore aggiunto del settore manifatturiero, incoraggiando attività più sofisticate come la fabbricazione di apparecchiature per semiconduttori e la progettazione di circuiti integrati. Il Paese mira a sviluppare il settore dei semiconduttori, concentrandosi su attività ad alto valore aggiunto come la fabbricazione di wafer e la progettazione di circuiti integrati.

Negli ultimi anni, il Paese ha visto grandi investimenti da parte di aziende europee e statunitensi, come abbiamo visto nel caso di Intel e Texas Instruments. Tuttavia, ci sono sfide che gli investitori devono affrontare, tra cui la carenza di talenti qualificati nel settore dei semiconduttori e la forte dipendenza dalle aziende straniere per sostenere l’industria. Nonostante queste sfide, la Malesia rimane un’importante destinazione per i produttori di chip stranieri, attratti dalla sua posizione strategica nel Sud-est asiatico e dalle politiche governative di sostegno.

La diversificazione delle catene di approvvigionamento offre opportunità alla Malesia per espandere la sua presenza nell’industria elettronica globale, muovendosi verso una produzione più sofisticata e innovativa. Con investimenti mirati nella ricerca e nello sviluppo, oltre a programmi di formazione, la Malesia potrebbe rafforzare ulteriormente il suo ruolo nel settore dei semiconduttori, contribuendo alla crescita economica e all’innovazione.

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