Nonostante la guerra commerciale tra USA e Cina e l’impatto della pandemia, il Vietnam si candida ad assumere un ruolo di spicco in questa nuova fase
Con una popolazione giovane e dinamica e attraverso una serie di riforme strutturali significative, negli ultimi decenni il Vietnam ha vissuto una crescita rapida e costante. A dispetto di crisi domestiche e internazionali, l’economia vietnamita si è mostrata forte e solida, sostenuta da una robusta domanda interna e da un’industria manifatturiera orientata all’esportazione. L’adesione all’Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico ha poi contribuito nel tempo a rafforzare la posizione del Paese, sia sul piano regionale che su quello internazionale.
Negli ultimi anni, lo scontro commerciale tra Cina e Stati Uniti ha generato effetti collaterali che hanno interessato gran parte delle catene di valore regionali e globali. Per aggirare le tariffe e contenere i costi di produzione, diverse aziende hanno cominciato a trasferire le attività produttive dalla Cina ad altri Paesi della regione e in particolare del Sud-Est asiatico. Tra questi, si è distinto il Vietnam che, grazie alla competitività della sua economia, è stato in grado di attirare flussi di investimenti consistenti. Secondo diversi esperti e analisti, sembra proprio che in termini commerciali il Paese sia uno dei maggiori beneficiari dello scontro gli Stati Uniti e Cina.
Il 14 maggio l’Associazione Italia-ASEAN ha organizzato un webinar sul tema del Vietnam e della sua risposta all’emergenza sanitaria con l’Ambasciatore d’Italia in Vietnam, Antonio Alessandro, e il Direttore Generale per le Relazioni Internazionali delle Province del Vietnam, l’Ambasciatore Nguyen Hoang Long. L’obiettivo era quello di fare un punto della situazione in Vietnam alla luce della recente crisi economica e sanitaria.
Oggi infatti, data la profonda integrazione con l’economia globale, il Vietnam è stato duramente colpito dalla pandemia di Covid-19. In termini di danni subiti dall’economia, il crollo del turismo, il calo della Borsa e la parziale interruzione delle catene di valore hanno fortemente danneggiato le attività economiche nel Paese. Tuttavia, l’impatto sanitario della pandemia non è stato così grave in Vietnam come in altri Paesi, grazie a diverse misure proattive che le autorità hanno messo in campo per affrontare l’emergenza. Sul piano sanitario, la capacità del governo di agire con prontezza per isolare i casi positivi, tracciare i contatti e attuare quarantene selettive, ha dato i suoi frutti. Nel Paese i casi di Covid-19 sono meno di trecento, con una mortalità pari a zero, e solo pochi casi gravi. Le autorità vietnamite, che hanno anche ricevuto gli apprezzamenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono state in grado di fornire una risposta repentina e completa, che ha messo il Paese nelle condizioni di contenere l’impatto sanitario del virus e limitare gli effetti sul piano economico. Nonostante il Fondo Monetario Internazionale stimi per il Vietnam una crescita del 2,7% nel 2020, il governo vietnamita punta ancora a raggiungere l’obiettivo di crescita del 5% con un’ambiziosa strategia di rilancio, mirata a stimolare il consumo interno, attirare investimenti esteri diretti e sostenere l’esportazione di beni ad alto valore aggiunto.
Nonostante l’impatto della pandemia dunque, Il Vietnam si candida a svolgere un ruolo di primo piano nel contesto regionale e internazionale in questa fase incerta. La Presidenza temporanea dell’ASEAN, il seggio non permanente nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e l’entrata in vigore degli accordi di libero scambio con l’Unione Europea ad agosto mettono il Vietnam nelle condizioni ideali per continuare a sostenere lo sviluppo economico, politico e sociale del Paese nel breve e nel lungo periodo.
Articolo a cura di Tullio Ambrosone.