La crescita economica dei Paesi del Sud-Est asiatico dipenderà in gran parte dalla capacità dei governi di valorizzare i propri giovani
Il Sud-Est asiatico è una delle regioni più dinamiche e in più rapida crescita del mondo dal punto di vista del mercato del lavoro. Con un totale di circa 700 milioni di persone, la regione ha una popolazione giovane, dinamica e sempre più istruita. Dal 1950 al 2020 la popolazione del Sud-Est in età lavorativa è cresciuta da 95 milioni a 453 milioni. Poiché la popolazione in età lavorativa è cresciuta più velocemente di quella non in età lavorativa, l’indice di dipendenza dell’economia, ossia il rapporto tra persone considerate “non autonome” a causa dell’età e persone invece abili al lavoro è calato portando a una fase di crescita economica.
Purtroppo, però, tale condizione favorevole dal punto di vista demografico non è destinata a durare ancora a lungo. In Thailandia, per esempio, si stima che già nel 2050 il numero di persone nella fascia di età 20-64 anni sarà del 21% inferiore rispetto al 2020. Inoltre, se al momento l’età media nei Paesi ASEAN risulta essere di 30 anni nel 2050 arriverà a 37,3 anni mostrando che anche i paesi del Sud-Est asiatico andranno verso una fase caratterizzata da un progressivo invecchiamento della popolazione in cui la crescita economica dipenderà in misura maggiore dal livello di produttività e di competenze dei giovani. Come dichiarato da Martijn Schouten, “workforce transformation leader” a Singapore per PWC, la necessità di un processo di processo di adeguamento e arricchimento delle competenze per creare una forza lavoro con competenze digitali e green non è mai stata così urgente, considerando l’impegno preso da molti Paesi ASEAN di passare a un’economia a zero emissioni. Tale transizione aggiungerà all’incirca 30 milioni di nuovi posti di lavoro nel Sud-Est asiatico entro il 2030.
Per questo risulta fondamentale che i governi della regione del Sud Est asiatico investano nell’istruzione e nella formazione dei giovani al fine di aumentare la produttività e l’innovazione, favorendo una crescita economica dinamica e competitiva. Un’analisi condotta da PWC dimostra che un ampio investimento “nell’upskilling” avrebbe inoltre il potenziale di aumentare il PIL della regione del 4%, sbloccando così fino a 676.000 nuovi posti di lavoro entro il 2030. In termini di occupazione, i maggiori benefici si avrebbero in Indonesia, Vietnam e Filippine.
Preso atto della situazione, molti Paesi del Sud-Est asiatico stanno agendo di conseguenza. Per esempio, in Malesia, dove gli under 35 costituiscono circa il 60% della popolazione, il governo ha stanziato 2.1 miliardi di ringgit di fondi al fine di mettere in condizione i giovani di diventare cittadini produttivi, innovativi e socialmente responsabili; tra questi, è previsto uno stanziamento di 500 milioni di euro per il Programma nazionale per le competenze digitali, finalizzato ad aiutare i giovani ad aggiornare le proprie competenze digitali. È previsto inoltre uno stanziamento di 150 milioni di euro per il Programma per l’imprenditoria giovanile, volto a sostenere i giovani imprenditori e le loro iniziative di start-up. Il governo di Singapore ha invece stanziato 400 milioni di dollari in sovvenzioni dal Fondo per lo sviluppo del settore finanziario (FSDF) fino al 2025 per sostenere la formazione delle competenze dei professionisti nel settore finanziario. Il Ministero del Lavoro della Thailandia ha stretto una partnership con Microsoft Thailandia per fornire competenze digitali a 4 milioni di persone, al fine di sostenere settori chiave, tra cui la manifattura, creando nuovi posti di lavoro e opportunità commerciali. La prima fase della partnership ha potenziato le capacità digitali di 280.000 dipendenti thailandesi dal 2020 al 2022, ma un piano per creare ulteriori 180.000 opportunità lavorative è già in atto.