Economia, lavoro e ambiente sono le prime preoccupazioni delle popolazioni del Sud-Est asiatico, che approvano la “ASEAN WAY” in diplomazia
Disoccupazione, inflazione, mancanza di materie prime, cambiamento climatico, eventi meteorologici sempre più intensi, aumento del divario socio-economico e disparità di reddito. Sono queste le principali preoccupazioni dei cittadini dei dieci Paesi membri dell’ASEAN. Il dato emerge dall’atteso report annuale The State of South-east Asia a cura dell’ISEAS – Yusof Ishak Institute di Singapore. I risultati del sondaggio annuale, utile per capire che cosa si aspettano i cittadini del Sud-Est asiatico dall’anno appena cominciato, indicano che il 59,5% dei 1.308 intervistati nei 10 Paesi dell’ASEAN ha classificato la disoccupazione e la recessione economica come una preoccupazione più urgente del cambiamento climatico, che è al secondo posto con il 57,1%. L’aumento dei divari socio-economici e la crescente disparità di reddito si sono piazzati al terzo posto, mentre solo dopo sono state citate le crescenti tensioni geopolitiche di cui parlano tutti i media internazionali in riferimento alle manovre contrapposte in Asia-Pacifico. Il 73% degli intervistati ha in effetti espresso il timore che l’ASEAN stia diventando un’arena di competizione geopolitica, altro segnale che la classica “terza via” di neutralità e pacifismo adottato dal blocco convince i cittadini della regione. La Cina continua a essere considerata la potenza economica più influente nella regione, seguita dagli Stati Uniti. La Cina è stata anche classificata come la potenza più influente e strategica nel Sud-Est asiatico. Anche in questo caso gli Stati Uniti seguono al secondo posto. A testimonianza del fatto che i cittadini del blocco approvano il tentativo dei loro governo di tenere aperte le porte a tutti senza mettersi però contro nessuno. Alla resa dei conti, gli intervistati del Sud-Est asiatico hanno continuato a preferire l’opzione di rafforzare la fiducia e l’unità dell’ASEAN per respingere le pressioni degli Stati Uniti e della Cina in un contesto di tensione tra le due potenze. La tradizionale opzione secondo cui l’ASEAN non si schiera né con la Cina né con gli Stati Uniti, ha visto un maggiore sostegno quest’anno rispetto al 2022, mentre una terza opzione in crescita di gradimento prevede che l’ASEAN cerchi di approfondire i rapporti con “terze parti” come il Giappone o l’India per aumentare il suo spazio strategico.