I fondali della diplomazia

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Tra i progetti più ambiti sul fronte dei cavi sottomarini c’è il Sud-Est asiatico-Medio Oriente-Europa occidentale 6, o SeaMeWe-6, che collega la Francia a Singapore, toccando una dozzina di altri Paesi

Articolo di Chiara Suprani

Tra le forme che i Paesi adottano per indirizzare la loro “economic diplomacy”, ce n’è una meno popolare dei semiconduttori, ma altrettanto centrale: si trova sott’acqua, e collega continenti con la “sola” forza di un cavo. Sono le reti di cavi di telecomunicazione sottomarini, diventate negli anni infrastrutture critiche per l’economia digitale, per il traffico di dati internazionali ma anche per la logistica. Anche l’Italia ha in progetto un proprio cavo sottomarino: si chiama Unitirreno, e collega Genova a Mazara Del Vallo, garantendo l’accesso ad un centro dati “carrier-neutral”, ossia non appartenente a nessuna compagnia di telecomunicazioni. I cavi sottomarini rendono le connessioni più veloci, diluiscono il traffico dati e permettono un miglior funzionamento delle telecomunicazioni e delle fasi digitali di innumerevoli settori economici. E fa tanto parte della rete un cavo, quanto ne fa parte un nodo. 

Tra questi nodi c’è Singapore, che ha all’attivo 25 cavi sottomarini operativi, i quali la rendono il più grande hub di connessione ethernet subacquea della regione. E oltre ai già pianificati 14 futuri progetti, la città stato nei prossimi anni raddoppierà il numero dei punti di aggancio dei cavi, tramite investimenti di miliardi di dollari. 

Aziende come Meta, Google assieme a Paesi come i Quad, quali Australia, Giappone, India e Stati Uniti hanno puntato il mirino su Singapore, i primi investendo in progetti chiamati Echo e Bifrost, entrambi saranno terminati il prossimo anno ed Echo collegherà per la prima volta Singapore direttamente agli Stati Uniti; i secondi siglando un nuovo accordo per l’aumento dei cavi ethernet sottomarini nell’Indo Pacifico. 

Ed in quanto infrastrutture critiche, non è passata inosservata nemmeno la loro fragilità. Spesso i cavi ethernet sottomarini sono stati soggetti e vittime di dispute diplomatiche tra paesi: per Wired, la rete globale di cavi sottomarini costituisce la maggior parte dello scheletro di internet al giorno d’oggi, insostituibile anche dal famigerato progetto Starlink di Elon Musk. Con l’aumento del numero di cavi sottomarini, si sono venuti a creare degli hub, che sono allo stesso tempo “choke points” o punti di rottura, come nel caso dell’Egitto da cui passa il 17% di tutto il traffico internet del mondo. Simile potrebbe essere il destino di Singapore, che dovrà garantire un traffico dati ininterrotto ed dimostrarsi una risorsa affidabile. La città stato dovrà elaborare un piano di intervento per la mitigazione dei disastri come quelli che hanno coinvolto le Isole Salomone nel 2018, gli Stati Federati della Micronesia nel 2021 e le Isole Matsu nel febbraio di quest’anno.Tra i progetti più ambiti c’è il Sud-Est asiatico – Medio Oriente – Europa occidentale 6, o SeaMeWe-6, che collega la Francia a Singapore, toccando una dozzina di altri Paesi. Un progetto al centro della competizione tra Stati Uniti e Cina, che collocherà Singapore ancora di più nel cuore della diplomazia mondiale.

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