Washington prova a rilanciare i rapporti con i Paesi dell’area ASEAN.
Nonostante la “questione Afghanistan” abbia inflitto un duro colpo all’amministrazione Biden, la visita di Kamala Harris nel Sud-Est asiatico è la riprova dell’interesse statunitense nel rafforzare i rapporti strategici ed economici con i Paesi dell’area asiatica.
Agosto è stato un mese intenso per l’amministrazione Biden in Asia: mentre in Afghanistan gli Stati Uniti hanno dovuto abbandonare il Paese entro i termini stabiliti dai Talebani, nel Sud-Est asiatico si sono susseguiti diversi incontri volti a rinsaldare i rapporti di Washington nell’area asiatica.
A inizio mese il Segretario di Stato Antony Blinken ha infatti accolto a Washington Retno Marsudi, Ministro degli Esteri dell’Indonesia, per discutere delle principali questioni che riguardano l’area. Tra i temi principali la crisi del Covid-19 (in estate la media dei casi giornalieri in Indonesia ha raggiunto quota 40 mila) sia la battaglia contro il cambiamento climatico.
Blinken ha ribadito il forte legame con il Paese con la maggiore economia dell’area, sottolineando che “l’Indonesia è un forte partner democratico per gli Stati Uniti: lavoriamo insieme su diversi fronti”. D’altronde, per gli Stati Uniti la disputa con la Cina si estende non solo sul fronte della tecnologia e dei dazi ma anche sul tema del Mar Cinese Meridionale, questione delicata che interessa Washington dal punto di vista sia economico sia strategico.
L’interesse degli Stati Uniti, che sembrava almeno parzialmente evaporato durante l’amministrazione Trump, è stato rilanciato con una serie di missioni in loco. La prima è stata quella del Segretario alla Difesa Lloyd Austin a Singapore.
I tentativi di riallacciare i rapporti con l’area asiatica da parte dell’amministrazione del nuovo Presidente degli Stati Uniti tendono a recuperare la strategia “Pivot to Asia” di Barack Obama, venuta meno durante i quattro anni di presidenza Trump, periodo nel quale i rapporti con la Cina si sono fatti sempre più tesi e in cui i rapporti con il Sud-Est asiatico erano apparsi raffreddati
La visita della scorsa settimana da parte della vicepresidente Kamala Harris in Vietnam e Singapore è arrivata invece dopo il criticato ritiro dall’Afghanistan. Harris ha provato a rassicurare i partner regionali sull’interesse di lungo termine di Washington per la regione, ma non ha trovato un’accoglienza trionfale, in particolare in Vietnam. Il premier Pham Minh Chinh ha approfittato del ritardo nell’arrivo di Harris, causato da due possibili casi di cosiddetta “sindrome dell’Avana”, per incontrare l’ambasciatore di Pechino Xiong Bo e garantire che il Vietnam non entrerà in nessuna “alleanza anti-cinese”.
D’altronde, nella regione regna l’incertezza: essendo la Cina un imprescindibile partner economico per l’ASEAN e i Paesi dell’Asia-Pacifico, non sarà facile per il Presidente Biden spostare l’ago della bilancia in favore degli Stati Uniti.