Pubblichiamo qui stralci degli interventi del Dr. Ng Eng Hen, ministro della Difesa di Singapore, allo Shangri-La Dialogue
Dobbiamo e possiamo evitare un conflitto fisico in Asia. Né noi nel mondo potremmo sopportare un altro choc geopolitico dopo la guerra in Ucraina e quanto sta accadendo in Medio Oriente. E mi sento di poter dire che uno degli stati d’animo prevalenti tra i ministri e i funzionari presenti al dialogo di quest’anno, rispetto a quello dell’anno scorso, è che ciò che è accaduto in Europa e in Medio Oriente “non deve accadere in Asia”. Stiamo imparando lezioni importanti da compiere o non compiere osservando quanto accade. (…) Direi che si è rafforzata la determinazione affinché il conflitto non debba verificarsi in Asia. Stati Uniti e Cina sono attori predominanti e il loro rapporto influenzerà il futuro dell’Asia-Pacifico. Dallo Shangri-La Dialogue dell’anno scorso, ci sono stati segnali positivi. Joe Biden e Lloyd Austin hanno chiarito che gli Usa vogliono la competizione ma non un conflitto. E in questi giorni il Segretario della Difesa ha sottolineato che una guerra non è né imminente né inevitabile. Xi Jinping ha garantito che non vuole sfidare il ruolo degli Stati Uniti e che non vuole una nuova guerra fredda. (…) Ma in questo flusso di eventi che vede anche segnali di scontri commerciali, è importante aumentare il dialogo ai massimi livelli. Commercio e sicurezza sono due facce della stessa medaglia. L’architettura di sicurezza regionale lascia credere ai Paesi che hanno bisogno di nuove iniziative di deterrenza, ma non bisogna dimenticare del ruolo fondamentale delle rassicurazioni. Nonostante la loro rivalità strategica, sia gli Stati Uniti che la Cina sono fondamentali per l’economia globale, da cui tutti dipendono. (…) Washington e Pechino non hanno bisogno di una terza parte che medi tra loro e dubito anche che una terza parte possa aiutarli. Devono e possono affrontare la questione da soli. Noi, inteso come Singapore e come ASEAN, possiamo favorire l’aumento della cooperazione tra i vari attori regionali e internazionali. Siamo come gli hobbit ne “Il Signore degli Anelli”: l’ASEAN dovrebbe tenere l’anello perché le grandi potenze lo bramano troppo. Noi siamo votati alla neutralità e alla prosperità. Anche se ogni tanto abbiamo delle dispute tra di noi, le risolviamo in modo pacifico. Si guardi agli accordi tra Malesia, Indonesia e Vietnam sul Mar Cinese Meridionale. (…) Il nostro approccio è quello di convincere le potenze, siano esse grandi, medie o di altro tipo, che è nel loro interesse collettivo avere un sistema che protegga i diritti delle potenze grandi e piccole. Un sistema inclusivo per evitare alleanze militari e blocchi commerciali.