Il 12 marzo 2024 i rappresentanti dell’Associazione Italia-ASEAN sono stati auditi presso la Commissione Affari Esteri dal Comitato permanente sulla politica estera per l’Indo-Pacifico istituito presso la Commissione stessa, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle tematiche relative alla proiezione dell’Italia e dei Paesi europei nell’Indo-Pacifico. Sono intervenuti l’Ambasciatore Michelangelo Pipan, Presidente dell’Associazione Italia-ASEAN, e Romeo Orlandi, Vice Presidente dell’Associazione Italia-ASEAN.
Italy-ASEAN Virtual Learning Centre on Cultural Heritage and Sustainable Development
Con significativi esiti si è tenuta ad Hanoi l’International Conference “Italy-ASEAN Virtual Learning Centre on Cultural Heritage and Sustainable Development. Dialogues on training for the sustainable development of cultural heritage” presieduta dall’Ambasciatore Michelangelo Pipan, Presidente dell’Associazione Italia ASEAN.
Sempre più ricchezza a Singapore
Il numero di family office – società che gestiscono le vite e i patrimoni dei clan più ricchi – è salito a 1.100 alla fine dello scorso anno, da appena 400 nel 2020
Articolo di Tommaso Magrini
Singapore è sempre più ricca. Il patrimonio gestito dall’industria del risparmio gestito della città-Stato è raddoppiato in soli sei anni, raggiungendo circa 4.000 miliardi di dollari e circa l’80% di questo patrimonio è estero. BlackRock Inc. si sta espandendo a Singapore, così come l’Ontario Teachers’ Pension Plan. Anche le banche svizzere si stanno espandendo: gli uffici di UBS Group AG dominano un intero isolato in un quartiere commerciale di primo piano, con uno staff di 3.000 persone, una palestra privata e un bar per il cappuccino. La rapida ascesa della gestione del denaro è frutto di un progetto ben preciso. Nel 2020 il governo ha introdotto un nuovo tipo di struttura giuridica, chiamata società a capitale variabile, che fornisce incentivi fiscali e legali alle società di hedge fund, venture capital e private equity che si stabiliscono a Singapore, in modo simile ai programmi di hub offshore. A partire dallo scorso ottobre, più di 600 società hanno usufruito del nuovo programma. Alcuni dei più grandi gestori di denaro del mondo si sono stabiliti a Singapore, tra cui Marshall Wace, Citadel Enterprise Americas di Griffin e D.E. Shaw. Point72 Asset Management del miliardario Cohen ha ampliato il suo team di Singapore di oltre il 50%, arrivando a 100 persone. Complessivamente, gli asset degli hedge fund sono cresciuti del 30% nel 2021, raggiungendo i 191 miliardi di dollari. Il numero di family office – società che gestiscono le vite e i patrimoni dei clan più ricchi – è salito a 1.100 alla fine dello scorso anno, da appena 400 nel 2020. Tra gli incentivi ad aver contribuito ci sono le modifiche fiscali del 2019 e un programma che prevede una corsia preferenziale per la residenza per gli ultra ricchi. Singapore sta beneficiando anche della volontà di parecchie aziende che cercano una diversificazione nella regione o una base per operazioni asiatiche più ampie oltre la Cina continentale e Hong Kong.
L’Associazione Italia-ASEAN incontra l’ASEAN Commitee in Rome (ACR)
Romeo Orlandi: “Il valore della coerenza nella sostenibilità delle imprese”
Romeo Orlandi ha partecipato il 13 e 14 giugno a un convegno organizzato da Business International di Fiera Milano. Al termine dei lavoro dell’evento CPO (Chief Procurement Office) il vicepresidente di Associazione Italia-ASEAN ha rilasciato un’intervista che proponiamo qui sotto.
Il Laos e la Cina sono sempre più uniti
Se da una parte il Laos sorride per gli investimenti fatti da Pechino nel Paese, Vientiane deve fare attenzione ai debiti.
Sono passati esattamente sessant’anni dall’inizio delle relazioni diplomatiche tra Laos e Cina e i due Paesi sono sempre più uniti: Pechino è attualmente l’investitore estero più importante per il Laos con quasi 800 progetti in corso tra cui autostrade, infrastrutture e ferrovie ad alta velocità da completare per migliorare la connettività dello Stato del Sud-Est asiatico. La crescita degli investimenti cinesi nel Paese è stata vertiginosa: mentre nel 2003 corrispondevano a meno del 2%, nel 2018 questi erano cresciuti fino al 79% degli investimenti diretti esteri totali in Laos.
Anche il commercio tra i due Paesi ha visto un forte incremento negli ultimi anni: basta pensare che nel 2019, rispetto all’anno precedente, gli scambi commerciali tra Pechino e Vientiane sono aumentati del 17%. Un ruolo fondamentale nell’incremento dei rapporti economici tra Cina e Laos è ricoperto dal programma della Belt and Road Initiative (BRI), la Nuova Via della Seta. Il Laos riveste per la Cina un ruolo strategico per permetterle un accesso diretto e più rapido verso i Paesi del Sud-Est asiatico, in primis per veicolare i propri prodotti in Thailandia; per tali ragioni, Pechino sta investendo nella costruzione di ferrovie ad alta velocità per permettere una maggiore e più rapida connettività tra lo Yunnan e Vientiane.
Al momento sono tre i progetti più importanti per quanto riguarda la costruzione di ferrovie ad alta velocità di matrice cinese: il tratto Boten – Bokeo di circa 180 chilometri, quello Vientiane – Pakse e la ferrovia che connetterà Boten e Vientiane, il progetto più ambizioso e parte del piano della Nuova Via della Seta.
Mentre la ferrovia Vientiane – Pakse permetterà maggiore connettività con il sud del Paese, consentendo di raggiungere Pakse in sette ore rispetto alle dieci ore che occorrono attualmente , il progetto Boten-Bokeo ricopre particolare importanza perché permetterebbe a Pechino di avere un accesso rapido con il confine nord della Thailandia, in modo da trasportare più rapidamente i propri prodotti diretti a Bangkok. Il tratto ferroviario tra Boten e Vientiane è costato sei miliardi di dollari ed è il progetto più costoso mai costruito in Laos. Sarà lungo oltre 400 chilometri, andando ad unirsi a un ulteriore segmento ferroviario già presente in Cina e che connette la capitale laotiana con Kunming, capoluogo della provincia dello Yunnan. Tale progetto non solo permetterà un più rapido passaggio di prodotti destinati al mercato laotiano, ma darà modo di aumentare il numero di turisti provenienti dalla Cina, come già era accaduto in passato quando Boten era stata soprannominata la “Golden City” per la presenza di numerosi casinò che attiravano turisti cinesi e thailandesi.
L’interesse di Pechino per gli investimenti in Laos ha fatto si che oggi il rapporto tra i due Paesi sia sempre più roseo non solo dal punto di vista commerciale ma anche da quello politico. Vientiane è sempre più legata a Pechino, tanto da riconoscerne e appoggiarne le scelte politiche (non è un caso che lo scorso anno ha sostenuto in sede ONU insieme ad altri 52 Paesi la legge sulla sicurezza nazionale implementata da Pechino ad Hong Kong). Un ulteriore segnale di vicinanza tra Vientiane e Pechino è arrivato questa primavera con l’elezione di Khemmani Pholsena, ex Ministro del Commercio del Laos e amico d’infanzia del leader Xi Jinping, al ruolo di consigliere del Presidente Thongloun Sisoulith .
Ma quello che sembra essere un rapporto ormai consolidato e volto ad incrementare l’economia di uno dei Paesi più poveri al mondo (con la crisi pandemica, tra l’altro, il tasso di disoccupazione del Paese è arrivato al 25%) potrebbe però nascondere un’insidia: la cosiddetta trappola del debito. I debiti del Laos nei confronti della Cina corrispondono ad oltre 400 milioni di dollari mentre l’ammontare totale dei debiti del Paese corrisponde ad oltre il 60% del PIL: qualora Vientiane si trovasse in una situazione di insolvenza, potrebbe diventare una pedina per Pechino che avrebbe il diritto di rifarsi sul piccolo Stato ottenendo il controllo di alcune infrastrutture del Paese, come già rischia di accadere altrove.
Il Vice Presidente dell’Associazione Italia-Asean, il Prof. Romeo Orlandi sottolinea quali siano le possibilità di investimento per le imprese italiane in Indonesia
Roma, 28 gennaio 2016. Il Prof. Romeo Orlandi, Vice Presidente dell’Associazione Italia-Asean è intervenuto all’evento organizzato dall’Ambasciata di Indonesia in Italia sulle relazioni bilaterali tra i due Paesi. In quest’occasione, il Vice Presidente Orlandi ha presentato un’analisi delle relazioni economiche tra Italia e Indonesia, soprattutto per il flussi commerciali e di business. L’evento è stato concluso da S.E. August Parengkuan, Ambasciatore d’Indonesia in Italia.