Associazione Italia-Asean: un’opportunità di crescita culturale ed economica

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di Enrico Letta, Presidente Associazione Italia-Asean
Il 2015 è un anno importante nella storia dell’ASEAN e del processo di integrazione tra i paesi del sud-est asiatico. Il 2015 è anche un anno di svolta per la relazione tra l’Italia e questa dinamica e fondamentale area del mondo. Nasce, infatti, l’Associazione Italia-ASEAN con la precisa missione di rafforzare il legame e rendere più evidenti le reciproche opportunità, sia per le imprese che per le istituzioni.
Il completamento di una significativa tappa nell’integrazione economica e commerciale dei dieci paesi che dell’ASEAN fanno parte rappresenta un cambio importante nella storia dell’intero continente asiatico e nelle prospettive di raccordo tra quei paesi e l’Unione Europea. È stata, infatti, proprio l’Unione Europea ad essere il primo grande progetto che nel mondo ha portato paesi diversi ancorché vicini e confinanti ad intraprendere un percorso di integrazione così marcato. Quel percorso ci ha condotti fino a risultati impensabili e positivi come la nascita di una moneta unica e il funzionamento di un mercato unico.
Non sappiamo se questi stessi esiti saranno perseguiti e raggiunti un giorno dai paesi dell’ASEAN, ma sicuramente sappiamo che quarant’anni fa in Europa solo i più inguaribili ottimisti pensavano che si sarebbe arrivati veramente all’Euro e alla totale eliminazione delle frontiere.
La strada che i paesi dell’ASEAN stanno percorrendo oggi è quindi molto interessante sia per le prospettive future, sia per gli effetti nell’immediato. Le prime saranno chiaramente influenzate dagli esiti dei secondi. Se oggi il passo di maggiore integrazione commerciale ed economica previsto alla fine del 2015 aiuterà la crescita dell’area, ne modificherà in meglio il profilo di attrattività e competitività e renderà quei popoli più fiduciosi nei confronti dell’integrazione tra di loro, allora ci potranno essere maggiori aspettative per il futuro.
Ecco perché noi europei e noi italiani dobbiamo mostrare tutta la determinazione possibile a spingere dall’esterno per aiutare quel percorso di integrazione. Se ne avvantaggeranno i paesi ASEAN e se ne avvantaggerà la stessa Unione Europea che naturalmente deve ricercare nel mondo partner che abbiano alla base caratteristiche ad essa omogenee. Sia l’Unione Europea, che il percorso intrapreso dai paesi dell’ASEAN, hanno al centro un concetto simile: essere forme di “integrazione tra minoranze”.
Non c’è infatti né in Europa né nell’area dell’ASEAN nessuna maggioranza che con forme più o meno marcate stia inglobando delle minoranze. Si tratta, in entrambi i casi, di soggetti che dentro l’intero sono minoranza e che, in quanto tali, si rispettano reciprocamente e gestiscono il processo con l’attenzione e la tolleranza necessarie. Per l’Italia poi c’è un interesse ancora maggiore. Questo interesse è dato dalle tante storie di successo imprenditoriale legate alla presenza di aziende italiane nei paesi dell’ASEAN. Storie recenti in alcuni casi, più antiche in altri, comunque i migliori testimonial delle prospettive positive di una maggiore integrazione Italia-ASEAN, coloro che hanno provato sul campo, hanno avuto successo e possono testimoniare i vantaggi che per entrambe le parti nascono da queste collaborazioni. Geograficamente l’ASEAN è distante per tante piccole e medie imprese italiane, la lontananza è spesso elemento che scoraggia. Esistono però numerose condizioni positive che ci spingono a investire e scommettere su questa relazione. Vogliamo lavorare su queste condizioni e vogliamo provare a rendere sempre più internazionali le nostre imprese. La crisi ha, infatti, diviso il nostro sistema economico in due parti. Da una parte, le imprese focalizzate sul mercato domestico (che sono la maggioranza) sono state travolte in pieno dalla crisi e tutt’oggi versano in condizione di difficoltà. Dall’altra parte, le imprese che si sono aperte ai mercati globali e hanno tentato la strada dell’internazionalizzazione.
Anche loro hanno operato al tempo della crisi, ma sono riuscite ad avere successo e stanno crescendo.
La questione che dobbiamo porci, di pari passo con il tema delle opportunità che l’ASEAN può dare al nostro sistema economico, è se vogliamo imparare dalla crisi e cogliere l’opportunità dell’internazionalizzazione, oppure se pensiamo che sia meglio una lenta e tranquilla continuità.
Non ci sono dubbi però sul fatto che le cose migliori l’Italia e i suoi imprenditori le hanno realizzate quando hanno rischiato, quando hanno seguito e anticipato i cambiamenti in corso nel mondo. E questa è la sfida di oggi quando guardiamo allo straordinario sviluppo in essere di quella parte del continente asiatico.
L’Associazione Italia-ASEAN ha l’ambizione di dare concretezza a queste considerazioni. Si tratta di lavorare con determinazione per rendere l’Italia più consapevole delle grandi opportunità che si possono aprire nei paesi ASEAN, grazie soprattutto ai nuovi accordi di libero scambio. E si tratta per quei paesi di capire quanto l’Italia possa essere attrattiva non solo per il suo naturale soft power culturale e artistico, ma anche come luogo per sviluppare importanti attività economiche.
L’Associazione opererà in modo snello e mirato per aiutare i sistemi economici e istituzionali a cogliere queste nuove occasioni, sapendo che la dinamica di crescita del ruolo dell’ASEAN e dei paesi ASEAN nel contesto globale è solo all’inizio, e che da sempre gli italiani hanno saputo anticipare tutti andando nel mondo lungo le nuove rotte dello sviluppo. Sono sicuro che sarà così anche questa volta.

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