Durante il summit sulla sicurezza dell’Asia-Pacifico di Singapore, è stata ribadita la centralità dell’ASEAN, i cui Paesi chiedono maggiore dialogo a livello internazionale
Editoriale a cura di Lorenzo Lamperti
“Il Sud-Est asiatico ha pagato più di altri le devastanti conseguenze dello scontro tra grani potenze. Non vogliamo che questo accada di nuovo”. Ng Eng Hen, il ministro della Difesa di Singapore, lo dice chiaramente nel suo discorso durante l’ultima sessione plenaria dello Shangri-La Dialogue, il massimo summit sulla sicurezza dell’Asia-Pacifico che si è svolto nella città-stato dal 2 al 4 giugno. Singapore e in generale l’area ASEAN si conferma ancora una volta cruciale crocevia della diplomazia globale. In un momento a dir poco complicato, tra guerra in Ucraina e le tensioni tra Stati Uniti e Cina, il Sud-Est fa sentire la sua voce chiedendo saggezza ai leader mondiali. “Le spese militari stanno aumentando in modo esponenziale anche in Asia-Pacifico”, dice il ministro di Singapore. “Non è una fonte di instabilità in sé, ma in assenza di un dialogo adeguato tra le potenze allora rischia di portare a una corsa al riarmo che può destabilizzare l’intera regione”. Durante gli incontri, a cui hanno partecipato anche il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, e il ministro della Difesa cinese, Li Shangfu, è stata menzionata più volta la “centralità dell’ASEAN” e la bontà della sua ASEAN way. E tutti i rappresentanti dei Paesi del Sud-Est asiatico hanno sottolineato la loro volontà di mantenere i rapporti sia con Washington sia con Pechino, promuovendo un multilateralismo basato su commercio e regole internazionali. Ma anche e soprattutto sul dialogo. “Sia Austin sia Li hanno garantito che Stati Uniti e Cina non chiedono ai Paesi ASEAN di scegliere da che parte stare, ma noi auspichiamo anche che questi due Paesi possano tornare a parlare tra loro”, ha detto Ng Eng Hen. “Entrambi sono da tempo in Asia-Pacifico ed entrambi non se ne andranno. Bisogna trovare o ritrovare il modo per garantire stabilità e sicurezza alla regione”. Lo stesso concetto espresso anche dall’IISS, l’istituto internazionale che organizza da 20 anni lo Shangri-La Dialogue a Singapore, dove si sono peraltro incontrati a porte chiuse anche i capi dell’intelligence di diversi Paesi, Stati Uniti e Cina compresi. A riprova, ancora una volta, di come Singapore e il Sud-Est garantiscano una eccezionale piattaforma di confronto. Se il futuro del mondo si scriverà (anche o soprattutto) in questa regione, forse sarebbe il caso di ascoltarla.