La dimensione della sicurezza nei rapporti ASEAN-UE

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Unione Europea e ASEAN sono i due progetti di integrazione più avanzati al mondo  e sono chiamate a collaborare sul tema della sicurezza per rafforzare il multilateralismo a livello globale

Come ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza. per la sicurezza Josep Borrell parlando della partnership UE-ASEAN, né l’Unione Europea né l’ASEAN sono pronte a diventare parte di sfere di influenza. Per questo è importante, secondo il punto di vista dell’Europa, promuovere una visione multilaterale del mondo. A seguito della decisione di UE e ASEAN di innalzare la collaborazione bilaterale al livello di partenariato strategico, Federica Mogherini, ex Alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha commentato che questa decisione sottolinea come i due sistemi di integrazioni più avanzati e di più successo al mondo credano fermamente nel multilateralismo e in un ordine globale basato sulle leggi internazionali. Per rafforzare l’integrazione blocco-a-blocco, si cerca di incrementare anche la cooperazione sulla sicurezza. L’Unione Europea si è impegnata a svolgere una funzione di “Capacity building” nei confronti dei Paesi ASEAN e in questo ambito potrebbe anche condividere la sua “strategia sulla sicurezza marittima”. Infatti, negli ultimi anni, gli obiettivi di sicurezza condivisi tra UE e ASEAN si sono ampliati alla sicurezza marittima e alla lotta al terrorismo.

La sicurezza marittima e il rispetto del diritto del mare hanno un peso rilevante nelle relazioni tra l’Unione Europea e l’ASEAN. La stabilità nel mar Cinese meridionale è di vitale importanza per gli interessi economici dell’Unione Europea nella regione. Infatti, quasi il 40% del commercio estero dell’Unione Europea passa per quelle acque. Per questo, l’UE ha sempre favorito un dibattito costruttivo tra la Cina e i Paesi ASEAN interessati nelle dispute territoriali, al fine di trovare un Codice di Condotta efficace. Per il momento però non si è ancora trovato un accordo. Nell’ultimo “Brussels’ Indo-Pacific strategy paper” redatto dal Consiglio dell’Unione Europea in data 16 aprile 2021, viene scritto che il Consiglio dell’Unione osserva con preoccupazione le dinamiche che si sono create nell’Indo-pacifico e che hanno dato origine ad un’intensa competizione geopolitica, che si aggiunge alle crescenti tensioni sulle catene commerciali e di approvvigionamento nonché nelle aree tecnologiche, politiche e di sicurezza.  Nell’ultimo periodo sta aumentando anche la presenza militare europea nella regione. Fino a pochi mesi fa solo la Francia, tra i Paesi membri dell’Unione Europea, aveva navi militari nella zona, ma si è aggiunta ad agosto una nave militare tedesca, ufficialmente presente nella zona per una missione ONU di supervisione della Corea del Nord. Presto potrebbe essere il turno dei Paesi Bassi, mentre l’UE sta per rilasciare la sua strategia sull’Indo-Pacifico.

La dimensione della sicurezza nei rapporti tra Unione Europea e ASEAN si estende anche al commercio di tecnologie militari. Per esempio, dei circa 124 miliardi di investimenti annunciati dal Ministero della Difesa Indonesiano in cinque anni, che equivale a tre volte il budget stanziato normalmente da Giacarta, una buona parte è destinata a produttori difensivi europei. L’Indonesia ha infatti deciso di comprare 8 navi militari da Fincantieri, azienda cantieristica pubblica italiana impegnata nel settore navale. Di queste 8 navi militari, 6 saranno costruite ex-novo da Fincantieri mentre le altre due verranno rinnovate essendo navi “in pensione” della Marina Militare italiana. Come anche Fincantieri ha dichiarato, questo accordo non è solo vantaggioso da un punto di vista economico ma è anche di estrema importanza nell’ambito della collaborazione tra Italia e Indonesia in un’area strategica come  l’Asia Pacifico. Inoltre, sempre l’Indonesia ha deciso di comprare 36 caccia militari  della Francia. Molti stati Europei, infatti, vedono il Sud-Est asiatico come un mercato promettente per la vendita di armamenti e tecnologie militari.

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