Dopo la Germania, anche l’Italia (e la Francia) diventa Partner di Sviluppo dell’ASEAN, evidenziando l’intenzione del nostro sistema Paese di puntare sul Sud-Est asiatico
La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, insieme alle severe conseguenze della pandemia, stanno contribuendo a ridisegnare il panorama commerciale e geopolitico globale. In Europa così come in Asia, le élite politiche sono alla ricerca di nuove partnership commerciali con l’obiettivo di far fronte agli sconvolgimenti degli equilibri economici degli ultimi anni. A tale proposito, L’Italia e l’Europa guardano con sempre maggiore interesse alla regione dell’Indo-Pacifico, considerata un’area giovane, dinamica e ricca di opportunità.
Sin dalla prima visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Segretariato dell’ASEAN nel 2015, l’Italia si è impegnata a fortificare le relazioni con la regione. Attraverso l’organizzazione di incontri ed eventi, rappresentati delle istituzioni italiane ed ASEAN hanno lavorato per favorire il dialogo e gli scambi commerciali tra le due parti. Il 9 settembre di quest’anno poi, l’Italia è ufficialmente diventata Partner di Sviluppo dell’ASEAN, coronando un processo di avvicinamento portato avanti con successo negli ultimi anni. Inoltre, la recente entrata in vigore dell’accordo di libero scambio tra UE e Vietnam (dopo l’accordo con Singapore del 2019) rappresenta un ulteriore fattore positivo che segnala il processo di avvicinamento in corso tra Italia, Europa e Sud-Est asiatico.
Anche dal punto di vista commerciale le relazioni tra Italia e ASEAN sono cresciute negli ultimi anni. Secondo i dati del Segretariato generale dell’ASEAN, dal 2009 al 2019 le esportazioni italiane verso i Paesi ASEAN sono passate da 7,14 a 13,29 miliardi di dollari, mentre le importazioni sono passate da 5,27 a 9,65 miliardi di dollari. Tra le principali merci italiane esportate, i macchinari, le attrezzature e i prodotti chimici, mentre i Paesi ASEAN hanno esportato in Italia soprattutto computer, prodotti elettronici e alimentari. Tuttavia, vale la pena sottolineare che il volume degli scambi tra Italia e ASEAN resta ancora piuttosto basso, soprattutto in relazione ad altri Paesi europei. Il blocco ASEAN è il 14° partner commerciale dell’Italia in termini di export, import e investimenti diretti esteri, mentre l’Italia è oltre il 20° posto tra i partner dell’ASEAN, molto dopo Germania, Francia, Regno Unito e persino Paesi Bassi e Svizzera.
Alla luce di questi dati, risulta evidente come la notizia della partnership tra Italia e ASEAN segnali l’intenzione dell’establishment politico italiano di voler recuperare il ritardo accumulato rispetto ai partner europei e ai competitor a livello globale. Del resto, l’ASEAN è una delle regioni più dinamiche al mondo, con una popolazione di oltre 600 milioni di abitanti, la quinta economia a livello globale e un crescita media negli ultimi 10 anni attestata attorno al 5% del PIL complessivo.
La partnership appena avviata risulta dunque non un punto d’arrivo, ma un punto di partenza per migliorare e approfondire le relazioni politiche, economiche e culturali tra l’Italia e i Paesi del Sud-Est asiatico. Nei prossimi mesi, sarà necessario monitorare e valutare i progressi fatti per capire la portata di questo processo e per cogliere le innumerevoli opportunità che ne emergeranno.